Il risiko della mobilità dolce. Pista ciclabile dentro al porto: tutto fermo, i fondi sono a rischio

L’amministrazione comunale ha bocciato definitivamente il tracciato previsto agli Archi. Ma sull’altro fronte manca un vero progetto. L’Authority: "Nessun veto, ma non è facile".

Il risiko della mobilità dolce. Pista ciclabile dentro al porto: tutto fermo, i fondi sono a rischio

Il risiko della mobilità dolce. Pista ciclabile dentro al porto: tutto fermo, i fondi sono a rischio

"Sulla ciclabile agli Archi ho già detto no e lo ribadisco; per quanto riguarda il percorso alternativo all’interno del porto dipende dall’Autorità Portuale". Daniele Silvetti, a margine della firma del protocollo sul Lungomare Nord, spiega in poche, ma chiare parole il nodo attorno al concetto di mobilità ‘dolce’ che prevede anche la realizzazione delle ciclabili o ciclopedonabili. Durante la discussione sul tema in consiglio è di nuovo emersa la posizione netta dell’amministrazione comunale, ma sul piano B in porto ci sono dei punti oscuri. Il sindaco di Ancona lancia la palla oltre la rete per far rispondere il presidente dell’Autorità Portuale: "Nessun preconcetto e nessuna preclusione sull’opera – spiega Vincenzo Garofalo, anche lui intercettato prima della solenne presentazione del Lungomare Nord – ma di fatto ancora non abbiamo ricevuto nulla su cui basarci. Realizzare un tracciato per bici e monopattini in ambito portuale non è cosa semplice, ci sono molti aspetti di cui tenere conto, penso alla sicurezza delle persone e all’operatività dei traffici portuali. Ripeto, mai posto alcun veto, ma di concreto al momento non c’è nulla".

Intanto il tempo passa e con esso la possibilità di non poter godere dei fondi assegnati dal Ministero al vecchio progetto della ciclabile su via Marconi, al netto delle modalità di utilizzo dei fondi scelte dall’amministrazione comunale. Il cuore del progetto della ciclabile ‘portuale’ prevede il transito dalla Zipa al porto Antico attraverso lo snodo vitale del Mandracchio; l’idea era quella di far transitare ciclisti e monopattini lungo la parallela di via XXIX Settembre, ossia lungo il molo Da Chio fronte dogana fino allo scalo Vittorio Emanuele. Più o meno dove fino a quasi dieci anni fa si fermava la ferrovia, con la famosa ‘Stazione marittima’, al centro di aspre polemiche al tempo. Silvetti e il centrodestra in campagna elettorale per le Comunali del 2023 hanno puntato molto sul ripristino di quel collegamento promettendo il massimo impegno, ma di fatto ad oggi, aprile 2024, anche qui, non c’è nulla: "Assodato che garantire la ferrovia fino in porto è ormai da scartare – ha aggiunto l’ingegner Garofalo – ci sono altre modalità per collegare la stazione ferroviaria al cuore dello scalo e alla città, quindi non necessariamente su ferro. Serve un percorso dedicato e diretto? Bene, ne possiamo parlare e credo sia necessario una linea diretta senza interruzioni e che coinvolga, in qualche modo anche un ulteriore sfruttamento del parcheggio degli Archi. Così come per il capitolo ‘ciclabili’ anche sul tema cosiddetto ‘stazione marittima’ siamo aperti al dialogo, ma di fatto al momento non si è andati oltre un’iniziale interlocuzione".

Pierfrancesco Curzi