RAIMONDO MONTESI
Cronaca

Il sogno di Rocco: "Io, da allievo di Ancona a coreografo ad Atene per l’Accademia greca"

Intervista al danzatore Marcelli chiamato per un’esperienza unica "E’ davvero una grande responsabilità e un’emozione incredibile. La danza è la mia vita, mi fa andare avanti. Ci sono nato e cresciuto".

Il sogno di Rocco: "Io, da allievo di  Ancona a coreografo ad Atene per l’Accademia greca"

Il sogno di Rocco: "Io, da allievo di Ancona a coreografo ad Atene per l’Accademia greca"

C’è un giovane danzatore, coreografo e docente che sta per portare la sua arte tutta ‘made in Ancona’ nella città simbolo della nascita della civiltà occidentale, Atene. E’ Rocco Marcelli, formatosi fin da bambino presso La Luna Dance Center, dove ha conseguito la qualifica europea con il corso professionale autorizzato dalla Regione. Qui Marcelli tiene corsi di hip hop e break dance. Ma in questo periodo tutta la sua creatività è rivolta alla composizione della coreografia per i talentuosi allievi dell’Accademia Nazionale greca KSOT, che la danzeranno in tre splendide location della capitale greca (tra cui il Museo Archeologico Nazionale) dal 29 al 31 maggio. Un traguardo a dir poco importante. Tanto più considerando che per la prima volta l’accademia ateniese accoglie lo stile urban.

Rocco Marcelli, oltre alla soddisfazione sente anche la responsabilità del momento?

"E’ una grande responsabilità, e una grandissima emozione. La Grecia è la culla dell’arte in generale. Quest’esperienza ha un valore incredibile. Posso dire che ci metterò tutto me stesso, e spero che alla fine venga fuori un buon lavoro. Proporrò una rielaborazione del materiale che ho creato e insegnato ad Ancona. Anche per gli allievi, provenienti da tutta la Grecia, sarà una interessante sfida".

Ha iniziato a danzare a tre anni. All’inizio era come un gioco?

"Ho cominciato con la capoeira, nella vecchia sede di via Seppilli. Danzare mi è piaciuto subito tantissimo. Il mio svago era quello. La danza è la mia passione da sempre. Ho capito che qualsiasi altra cosa non mi avrebbe mai gratificato così tanto. Mi colpiva in particolare il modo con cui gli insegnanti trasmettevano la loro passione agli allievi. Anche per questo mi sono dedicato presto all’insegnamento".

Il suo stile principale è l’urban, vero?

"Nel corso degli anni mi sono dedicato a hip hop, breakdance, fusion. Ma ho sempre cercato di ‘esplorare’ il più possibile, senza fossilizzarmi. Ad esempio studiando il contemporaneo. Il teatro danza, in particolare, che di recente, come collettivo Luna Dance Theater, abbiamo proposto a New York".

Isadora Duncan disse: ‘Se potessi dire cosa significa, non avrei bisogno di danzarlo’. Lei saprebbe ‘spiegare’ cos’è per lei la danza?

"Sarebbe molto difficile. La danza è la mia vita, è quello che mi fa andare avanti. Ci sono nato e cresciuto. E’ una fortuna poterla fare come professione. Una passione difficilmente diventa un ‘lavoro’. Certo, posso avere dei blocchi creativi, ma so che prima o poi l’ispirazione arriverà". A un giovane aspirante danzatore che consiglio darebbe?

"Gli direi di buttarsi, partendo senza preconcetti. Provaci. Se ti piace, ok. Niente panico, anche se parliamo dell’età in cui emergono le prime preoccupazioni: il giudizio degli altri, la competizione. Ma io gli direi anche di non preoccuparsi troppo".

I suoi genitori sono Cristiano Marcelli e Simona Ficosecco, le due ‘anime’ della Luna. Sono stati ‘esigenti’, come spesso capita?

"No, mi hanno sempre incoraggiato. Senza non so se avrei fatto tutto questo. Il merito è loro".