Ilaria Maiorano uccisa di botte a Osimo. Fermato il marito: "E' stato lui"

La tragedia sarebbe avvenuta dopo una lite. L’uomo sotto torchio per ore non confessa: "È caduta da sola"

Osimo (Ancona), 12 ottobre 2022 - "Ilaria, come stai? E’ successo qualcosa? Pronto, pronto...". Una telefonata concitata, in una calda mattina d’ottobre. Da una parte Ilaria Maiorano, 41 anni, osimana. Dall’altra una sua parente. La linea cade dopo la prima chiamata. Sono le 9.30 circa. Ilaria non risponderà più. Il telefono continuerà a suonare invano mentre il marito, Tarik El Ghaddassi, 42 anni, marocchino, agli arresti domiciliari per droga dopo una condanna a dieci mesi di carcere per evasione, l’avrebbe colpita ripetutamente, uccidendola.

Aggiornamento Ilaria Maiorano uccisa, il fratello: "E' stata plagiata, nascondeva anche le violenze"

Femminicidio a Osimo, Ilaria Maiorano, 41 anni, vittima dell’omicidio
Femminicidio a Osimo, Ilaria Maiorano, 41 anni, vittima dell’omicidio

Un turbinio di botte e violenza in una casa di campagna a Padigklione di Osimo (foto), aperta periferia. Una struttura colonica donata da un istituto caritatevole alla famiglia: Ilaria è disoccupata, il marito ha precedenti. Hanno due figlie di 8 e 5 anni. C’è chi dice che al momento della tragedia fossero a scuola, chi da un parente. Pare non abbiamo visto né sentito nulla. In quella casa ieri mattina c’erano solo Ilaria e Tarik. Quando hanno fatto irruzione i carabinieri di Osimo e i sanitari del 118, l’uomo è ancora lì. Il cadavere della donna è a terra, al piano superiore. La casa ha una sorta di ripostiglio-lavanderia a pian terreno. Le stanze stanno sopra, collegate da una scala interna. Sul corpo di Ilaria c’è del sangue. "Non sono stato io" urla disperato il marito. "E’ caduta, non sono stato io". Continuerà a ripeterlo ossessivamente Tarik fino a notte fonda, sotto torchio nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Osimo che insieme ai militari del Nucleo Investigativo di Ancona indagano su quello che a tutti gli effetti appare come il nuovo, terribile caso di femminicidio.

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Il maghrebino è fortemente sospettato di essere l’autore materiale del delitto. La donna ha sul corpo ecchimosi, segni compatibili con numerose percosse e non troppo, invece, con una caduta accidentale. Il sangue, uscito dalle ferite, gli ematomi: tutto porterebbe in una direzione univoca. Il responso, una buona fetta di verità, è nelle mani del medico legale, il dottor Francesco Busardò. Che ha già avuto modo di ispezionare la scena del presunto crimine e osservare, anche se solo superficialmente il corpo della donna. Ma quel che è successo veramente in quel casolare di via Montefanese lo sa solo Tarik El Ghaddassi.

Ieri ha trascorso buona parte della giornata faccia a faccia con il sostituto procuratore di Ancona Daniele Paci. Il pm lo ha incalzato, cercando di ricostruire insieme a lui la mattinata convulsa. A un certo punto del pomeriggio, il maghrebino è uscito dalla caserma dei carabinieri e insieme ai militari è stato portato nuovamente nell’abitazione di via Montefanese, forse a caccia di dettagli. La scientifica ha ispezionato il casolare da cima a fondo. Non sono state trovate possibili armi del delitto, né corpi contundenti con cui l’uomo potrebbe aver colpito la moglie. L’idea che gli inquirenti si sono fatti è che il marocchino l’abbia aggredita e uccisa a mani nude al culmine di un litigio. El Ghaddassi in caserma ha prima dato in escandescenze, rendendo necessario l’intervento di un’ambulanza. Poi ha accusato un malore, lieve. Il marocchino è stato ascoltato alla presenza del suo legale, l’avvocato Domenico Biasco: "Siamo attesa – dice – vedremo se deciderà di rendere dichiarazioni". Tarik avrebbe parlato poco, non confessando. In serata per lui si sono aperte le porte del carcere di Montacuto, con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

Una vita difficile la sua. La famiglia in difficoltà, l’aiuto dei servizi sociali. Ultimamente sembrava che le cose stessero andando meglio. Ilaria portava le bambine nella vicina moschea per consentire loro di imparare l’arabo. L’imam Lekbir Shabi: "Era una bella famiglia. Ricordo bene quando si sposarono in Comune, sono stato invitato al loro matrimonio". Ora è tutto distrutto.

Le bimbe affidate ai servizi sociali

 Sono state prese in carico dai servizi sociali del Comune di Osimo le due bambine, una di 8 anni e l'altra di 5, di Ilaria Maiorano e di Tarik El Ghadassi. Le due bambine non sono andate a scuola ieri mattina: secondo il racconto del padre, non vedendole arrivare a scuola (frequentano un plesso vicino al suo luogo di lavoro), sarebbe tornato a casa e avrebbe trovato la moglie morta nel letto. Versione che per altro non coincide con quella di altri parenti. Le figlie però sono rimaste sempre in casa, anche se sembra che non abbiano assistito a liti tra i genitori.

Per altro i servizi sociali seguivano la famiglia da tempo. Nel primo pomeriggio il pm Daniele Paci ha effettuato un sopralluogo nel casolare, posto sotto sequestro. Sul luogo sono rimasti i carabinieri del Sis che hanno effettuato una serie di rilievi, in particolare su tracce di sangue sulla scala che collega il piano terra a quello superiore Oggi è stata eseguita l'autopsia sul corpo della donna e la salma è stata rilevata. I funerali sono previsti per sabato prossimo nella parrocchia di San Marco, ha reso noto il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni, compagno di scuola di Ilaria alle elementari.