Inflazione, mutui e guerre. Un anno complicato per le nostre aziende

Nel 2023 le imprese della provincia di Ancona hanno sofferto le conseguenze della situazione internazionale, dell'inflazione e del caro mutui. Le associazioni hanno fornito supporto e rappresentanza. Nel settore dei servizi al turismo c'è stato un incremento del 70% delle nuove attività. Nel settore delle costruzioni c'è stata una crisi con 421 imprese chiuse. Per il 2024 segnali positivi per l'export e per l'occupazione.

"Un anno complicato, fatto di luci e ombre, quello con cui si sono confrontate le imprese nel 2023 a causa della situazione internazionale, dell’inflazione, del caro mutui e, nelle aree colpite, anche dalle conseguenze delle alluvioni. In questo quadro le associazioni si sono mosse cercato di dare risposte immediate fornendo un supporto sia in termini di servizi che di rappresentanza delle istanze a tutti i livelli istituzionali. Nel 2023 la provincia di Ancona ha perso circa 2000 attività. A soffrire di più l’autotrasporto (-105 imprese), il commercio autoveicoli (-966 imprese in un 11 mesi) ed il comparto turistico fra servizi (-157) e ricezione (-292), un dato, quest’ultimo però, da leggere tenendo conto della dinamicità del comparto visto che alle cessazioni risponde la più alta percentuale di variazione fra il 2022 e il 2023 di nuove aperture.

Nel settore dei servizi al turismo negli ultimi 11 mesi c’è stato, infatti, un incremento del 70% delle nuove attività (47 nel 2022 e oltre 80 nel 2023), mentre alla voce alloggio e ristorazione le imprese nate le 2023 sono il 40% in più del 2022. Se le nuove aperture del 2023 (1.823 a novembre) riportano un dato quasi identico a quello del 2022, pesa il +10% delle chiusure, che passano da 3.834 nel 2022 a oltre 4.200 nel 2023. A spiccare la crisi del settore Costruzioni che in 11 mesi ha visto chiudere 421 imprese in conseguenze della ridefinizione e riduzione degli incentivi alla ristrutturazione ha portato molte imprese a chiudere. Uno degli effetti negativi da noi denunciati con forza a tutti i livelli, con la richiesta al Parlamento di prevedere per lo meno una proroga.

A confermare le difficoltà del settore anche il dato sulle nuove aperture che mostra un calo di circa il 7% fra le attività edili avviate nel 2022 (294) e quelle avviate nei primi 11 mesi del 2023 (274). Sul fronte nuove aperture, tante sono le attività legate a servizi di consulenza e mestieri non tradizionali e innovativi che hanno preso il via negli ultimi mesi (quasi 800 nuove partite iva) e da segnalare anche il settore della comunicazione e informazione, che fa registrare un balzo in avanti sulle nuove imprese, fra il 2022 e il 2023, del 60%. Guardando al 2024, si vedono segnali positivi per l’export. Si attende anche un aumento del dato riferito all’occupazione con un trend positivo almeno fino al 2026".

Marco Pierpaoli, segretario di Confartigianato Imprese Ancona – PU e Massimiliano Santini, direttore di Cna territoriale Ancona