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"Io, l’ultima europarlamentare: l’Ue va difesa"
Eletta nel 1999 e riconfermata cinque anni dopo: dopo Luciana Sbarbati nessun altro candidato della provincia di Ancona era mai riuscito ad arrivare fino a Bruxelles. Un quarto di secolo dopo il primo successo un anconetano doc ce l’ha fatta: "A Carlo Ciccioli dico di contribuire al salvataggio dell’Europa, una istituzione preziosa, e non di darle una dimensione soltanto politica e intergovernativa. Chi non conosce la realtà comunitaria non può capirne l’importanza – spiega Luciana Sbarbati al Carlino – avanti di questo passo, dando sempre più spago a populismi e nazionalismi, l’Europa rischiamo di perderla. Non c’è un governo da sostenere a Bruxelles, ma problemi da risolvere e spero che lui (Ciccioli, ndr) questo lo capisca". La Sbarbati tuona contro il G7 "non serve a nulla perché non decide su nulla" e chiede ai futuri rappresentanti di "togliere il ‘Diritto di veto’ che ingessa l’attività". Non le piace neppure il bipolarismo che si è formato "non è un buon risultato" dice la Sbarbati "e tutto rischia di ridursi a un derby tra due donne forti che hanno goduto del traino delle amministrative". L’ex Europarlamentare ammette di aver ‘tradito’ il Pd per Calenda "perché dal Nazzareno nessuno, compresa la segretaria, si è fatto sentire nonostante le mie richieste di contatto". Infine la Sbarbati torna sulle comunali di Ancona del 2023: "Ho sostenuto Ida Simonella perché se lo meritava, era una candidata di qualità, competente e con stile. Se potessi lo rifarei ancora".