La mafia della movida. Condanne fino a 50 anni

Sette ordini di carcerazione emessi dall’ufficio della Procura generale di Perugia. La banda dedita ad estorsioni nei locali, spaccio, rapine, incendi e colpi con esplosivi. .

La mafia della movida. Condanne fino a 50 anni

La mafia della movida. Condanne fino a 50 anni

Dopo la sentenza della Cassazione, che ha portato alle condanne definitive sulla mafia della movida nelle Marche, quella che ha messo sotto scacco locali notturni e varie attività in mezza regione, arrivano sette ordini di carcerazione emessi dall’ufficio esecuzione della Procura generale di Perugia guidata dal procuratore Sergio Sottani. Sono a carico di sette condannati che devono espirare pene per cinquanta anni di carcere, per i fatti accaduti a partire dal 2009, legati all’inchiesta "Gustav", sull’attività di una banda di 18 persone con quaranta capi di accusa tra i quali spicca anche l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Fu coinvolta anche Castelfidardo.

I provvedimenti sono stati eseguiti negli ultimi tre giorni, dopo l’esito dell’udienza in Cassazione della settimana scorsa, che ha messo fine alle condanne della banda guidata da Marco Schiavi (il collaboratore di giustizia già condannato per la strage di Sambucheto) e Salvatore Perricciolo, dedita ad estorsioni nei locali, spaccio, rapine, incendi e colpi con esplosivi, mitragliatrici e pistole con matricola abrasa. I sette ordini di carcerazione sono stati eseguiti a Potenza Picena e Montelupone per la provincia di Macerata, Mondolfo e Pesaro per la provincia di Pesaro e Urbino. Fuori dalle Marche hanno riguardato la città di Volterra, Viterbo e Parma. Gli arrestati, alcuni erano già in carcere, altri liberi quindi sono stati condotti in cella, sono tutti italiani e facevano parte di un’unica associazione di stampo mafioso (per la prima volta riconosciuta nelle Marche) impegnata a commettere delitti che sono andati dallo spaccio di stupefacenti all’usura fino all’estorsione ai danni di gestori di locali notturni e ai danni di imprenditori locali. Questi ultimi sono stati costretti a pagare alla banda ingenti somme di denaro dietro la minaccia di aggressioni fisiche con l’ausilio di armi e gravi danni ai locali da loro gestiti.

I fatti di cui sono accusati i sette raggiunti dagli ordini di carcerazione sono stati commessi nella riviera adriatica, tra Marche e Abruzzo, in particolare le zone di Recanati, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto, Fano Castelfidardo e Martinsicuro. Per le minacce la banda acquistava armi ed esplosivo che venivano pagati con notevoli quantitativi di droga, per lo più cocaina, come avvenuto nell’agosto di quattordici anni fa, quando furono scambiati 12 chilogrammi di esplosivo con un chilogrammo di droga. Per i condannati le pene da espiare in carcere, dove sono stati tradotti, vanno da un minimo di quattro anni ad un massimo di 10 anni.

ma. ver.