La metamorfosi dei biancorossi con l’arrivo del ’generale’ Boscaglia

In sole quattro partite i giocatori hanno trovato maggiore compattezza che si è vista in campo.

La metamorfosi dei biancorossi con l’arrivo del ’generale’ Boscaglia

La metamorfosi dei biancorossi con l’arrivo del ’generale’ Boscaglia

La rivoluzione del "generale" Boscaglia, come lo ha definito il bomber Spagnoli, è cominciata un mese fa con il suo arrivo ad Ancona dopo il ko di Recanati e la dura contestazione della tifoseria: via Colavitto, in panchina il mister di Gela, già protagonista a Trapani come a Chiavari. "Sempre in città di mare" come ha tenuto a sottolineare a margine della sua prima conferenza stampa.

Quattro partite finora: un pari contro la Spal, la sconfitta di Pontedera, la vittoria con il Sestri, la seconda vittoria a Pescara. Due vittorie consecutive, la prima volta in questa stagione: già questo dato, di per sé, basterebbe a indicare che l’Ancona di Boscaglia è riuscita a sterzare in tempo prima di andare a sbattere con i playout.

Manca ancora una partita, quella di domenica sera contro la Lucchese, che l’Ancona dovrà vincere se vorrà avere la certezza di non dover guardare i risultati degli altri campi. Ma la sterzata è chiara, chi ha visto la partita di Pescara lo sa: con Boscaglia l’Ancona è progressivamente cresciuta.

Se contro la Spal e a Pontedera ha cominciato a ritrovare se stessa, le proprie sicurezze, ma anche la propria "capacità di sbagliare", come ha detto lo stesso mister nel dopo partita di Pescara, perché "puoi sbagliare ma certe giocate le devi provare", dalla partita con il Sestri, anch’essa comunque caratterizzata da errori, come quello di Cella che ha permesso il gol dei liguri, s’è cominciato a vedere una diversa solidità mentale, una differente convinzione, con conseguente capacità di reagire agli errori e agli episodi avversi.

Boscaglia nelle ultime due partite ha anche cambiato modulo, spostando Saco da trequartista alle spalle di Spagnoli, un 4-4-1-1 che diventa un 4-2-3-1 in fase di possesso di palla, con gli esterni di centrocampo che vanno a supportare la manovra offensiva, ma anche con la possibilità di inserimento dei centrali di centrocampo, come è successo con l’azione di Prezioso contro il Sestri da cui è nato il gol di Saco. Scelte d’attacco che hanno portato Spagnoli a giocare più all’interno dell’area di rigore, con conseguenti benefici per l’attacco dorico, di nuovo a segno: un gol in cinque partite prima della sfida al Sestri, cinque gol in due partite contro il Sestri e il Pescara.

Modulo diverso, ma anche tanto lavoro nello spogliatoio per trasformare un gruppo di individui in una squadra vera, con una comune unità d’intenti. "Siamo più squadra" lo ha detto anche capitan Gatto. Adesso manca l’ultimo sforzo, l’ultimo sigillo, poi si potrà cominciare a guardare al futuro. Contro la Lucchese arbitrerà Domenico Leone di Barletta, che ha già diretto l’Ancona in occasione della partita di Olbia dello scorso ottobre.

Giuseppe Poli