La presidente di Anpi: "Quel fascismo non torna, ma attenti a certi segnali. Sia la festa per l’unità"

Intervista a Tamara Ferretti domani al Passetto nella tradizionale cerimonia per la prima volta con una giunta di centrodestra: "Divisive sono solo pretestuose polemiche nel vano tentativo di sottrarsi alla storia" .

La presidente di Anpi: "Quel fascismo non torna, ma attenti a certi segnali. Sia la festa per l’unità"

La presidente di Anpi: "Quel fascismo non torna, ma attenti a certi segnali. Sia la festa per l’unità"

Presidente Tamara Ferretti, perché è importante continuare a celebrare il 25 Aprile?

"Perché come disse il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ´è su questa data che si fonda la nascita della nostra Repubblica´. Un grande giorno di festa che a 79 anni di distanza continua a simboleggiare la fine della guerra, la sconfitta del nazifascismo, della dittatura fascista e dell’occupazione tedesca, la rinascita del Paese e della democrazia".

Perché questa giornata continua a dividere?

"Il 25 Aprile non ha niente di divisivo. Semmai, rappresenta uno dei momenti di più alta unità della storia italiana. Unità delle forze politiche che avevano dato vita al Comitato di Liberazione nazionale, unità col rinato esercito italiano del Corpo italiano di Liberazione ma soprattutto di unità del popolo italiano stremato da anni di dittatura, di violenze e di guerre. È ancora possibile non riconoscere tutto questo e disconoscere una Resistenza di lotta partigiana costata migliaia di vittime, di torture, di eccidi, di deportazioni?".

Lo dica lei…

"Divisive sono solo stantie e pretestuose polemiche reiterate nel vano tentativo di sottrarsi all’inoppugnabile giudizio della storia la cui manomissione non è stata e non sarà consentita. Quanto accaduto in Rai non ne è che l’ultima brutta, rabberciata, espressione. Il depotenziamento del servizio pubblico nell’informazione è funzionale a quei tentativi di manomissione con cui il Paese dovrà presto fare i conti". Quanto i giovani avvertono questa giornata?

"Il valore della Liberazione ci appartiene e i giovani ne avvertono il senso. Benché alla scuola non sia stato mai granché consentito di investire in tal senso e nella conoscenza della storia. I giovani sono curiosi e vanno coinvolti. Senza conoscenza del passato, il futuro cammina su gambe fragili. E a pagarne le conseguenze sono i giovani e l’intera umanità. L’escalation dei conflitti odierni ne è la tragica riprova".

Qualcuno sostiene il ritorno del fascismo. Cosa ne pensa?

"Prima di parlare di ´ritorno´, va detto che il fascismo salì al potere con la violenza e con la repressione, annullando qualsiasi opposizione. Quest’anno ricorre il centenario del rapimento e dell’assassinio di Matteotti, ammazzato prima che potesse denunciare i malaffari di Mussolini, ma a morire per le bastonate fasciste furono Piero Gobetti e Giovanni Amendola e tanti altri. Di Gramsci Mussolini disse che bisognava spegnergli il cervello. Stabilizzato il regime, fu il tempo del cesarismo e del potere assoluto, delle regalie promesse a discapito dei Paesi africani occupati con guerre coloniali, delle leggi razziali, della requisizione e della confisca di migliaia di proprietà appartenenti a famiglie ebraiche. Il fascismo, in quelle forme, non tornerà, c’è da augurarselo. Ma s’intravede qua e là qualche segnale di cesarismo, perché con la stampa è doveroso parlare. Come doveroso è rispettare il Parlamento, la distinzione fra poteri come definiti nella Costituzione fondata su valori e principi per cui hanno combattuto i partigiani".