L’Ancona va alla ricerca del gol perduto. Solo undici le reti segnate dagli attaccanti

Il bottino complessivo è il più basso degli ultimi tre anni, ma soprattutto vengono meno le punte. Squadra costruita per un altro modulo

L’Ancona va alla ricerca del gol perduto. Solo undici le reti segnate dagli attaccanti

L’Ancona va alla ricerca del gol perduto. Solo undici le reti segnate dagli attaccanti

Cercasi bomber disperatamente. L’attacco è indubbiamente il settore da cui l’Ancona finora ha ottenuto meno, rispetto alle passate stagioni: Ancona decima con 20 punti e 19 reti fatte dopo 16 partite in questo campionato, nona con 25 punti e 23 reti realizzate allo stesso punto del campionato scorso, settima con 22 punti e 24 reti l’anno precedente. Per quanto le situazioni siano diverse e considerando anche che quest’anno l’Ancona ha cambiato guida tecnica dopo nove giornate, con il ritorno del comandante Colavitto, il dato che emerge e che è direttamente proporzionale con la posizione in classifica è evidente: l’Ancona segna meno – sono 19 gol contro i 23 dello scorso anno e i 24 di quello prima – ma soprattutto va meno a segno con i suoi attaccanti. Quest’anno, infatti, solo 11 gol sui 19 realizzati dalla squadra (il 58%) provengono dai suoi attaccanti: 7 Spagnoli, 2 Peli e 2 Energe.

L’anno scorso dopo sedici partite erano 17 su 23 (74%) e portavano la firma di Spagnoli 9, Di Massimo 4, Mattioli 2, Moretti e Petrella 1 ciascuno. L’anno prima erano addirittura 23 su 24, quasi la totalità, con Sereni e Rolfini a quota 7 reti, seguiti da Faggioli 4, Moretti 3 e Del Sole 2. Di quei 24 gol solo uno era stato segnato da un giocatore non dell’attacco, che era Iannoni. Al di là dei nomi e delle percentuali, al di là del fatto che si trattava comunque di squadre diverse, il dato di quest’anno emerge chiaro: meno gol in generale e meno gol dagli attaccanti, con il solo Spagnoli all’altezza dei numeri delle stagioni precedenti. L’evidenza che ritrae il dato numerico dice che l’Ancona quest’anno fatica di più a segnare, e questo non è necessariamente un problema dell’attacco, ma di tutta la fase offensiva. Il ritorno di Gianluca Colavitto, però, ha riportato un gioco votato all’attacco, cosa di cui dovrebbero beneficiare per primi gli attaccanti, ma anche le mezzali, che con la propensione offensiva di tutta la squadra si portano spesso in zona tiro, come è successo a Paolucci a Ferrara contro la Spal, oppure a Saco contro il Perugia tre settimane prima.

Ma la squadra è stata costruita la scorsa estate dal diesse Micciola che ha seguito soprattutto le indicazioni fornite da Donadel e le opportunità di mercato che si sono venute a creare. Colavitto, dunque, ha ereditato un gruppo che se da un lato ha il merito di essersi adattato rapidamente e in modo efficace al suo modulo, dall’altro non è stato costruito per il 4-3-3 ed è da rivedere sia per il discorso degli under e del minutaggio, sia sotto il profilo delle coppie di giocatori nello stesso ruolo. Per esempio non esiste un sostituto di Cioffi. Ma neanche uno di Gatto. Ecco dunque quale sarà la missione di Micciola sul mercato di gennaio: dare a Colavitto una rosa più funzionale alla sua visione calcistica.

Giuseppe Poli