L’appartamento era già finito nel mirino. I sospetti dei vicini cancellati dal Tar

Non avevano l’idonea autorizzazione ma poi vinsero il ricorso e tutto proseguì

L’appartamento era già finito nel mirino. I sospetti dei vicini cancellati dal Tar

L’appartamento era già finito nel mirino. I sospetti dei vicini cancellati dal Tar

C’erano stati già dei controlli nell’appartamento di via del Verziere a Jesi, da parte delle forze dell’ordine, più di un anno e mezzo fa, perché i condomini della palazzina avevano fatto delle segnalazioni quando si erano resi conti che l’abitazione era occupata da donne con problemi psichiatrici. Volevano certezze che fosse una cosa regolare. In uno di questi controlli c’era stata la polizia locale che aveva ritenuto quell’appartamento una struttura socio-sanitaria e pertanto serviva l’autorizzazione della Regione che non c’era. I vigili avevano trovato all’interno la moglie dell’86enne e l’avevano anche multata, ritenendola gestore dell’appartamento, perché priva di quella autorizzazione. Il Comune aveva fatto una ordinanza per farle cessare l’attività. La donna aveva spiegato che faceva solo volontariato e ha fatto un ricorso al Tar che poi le ha dato ragione annullando di fatto il provvedimento del Comune.

Il problema da chiarire, su cui sta approfondendo anche la Procura, è se l’abitazione privata dove le donne psichiatriche vivevano pagando l’affitto poteva essere definito un "gruppo appartamento", una struttura residenziale che accoglie persone adulte e parzialmente autonome con problematiche psichiatriche all’interno di un contesto ristretto e condiviso anche dal centro di salute mentale dove le pazienti sono in cura. Ieri è stato informato degli arresti il tutore della 65enne a cui lunedì scorso l’86enne si è presentato in camera con i pantaloni abbassati facendo scattare il blitz della polizia. E’ l’avvocato Marco Fioretti che ora dovrà relazionare tutto al giudice tutelare e valutare se sporgere querela per la sua assistita e per altre due donne della casa che seguiva e che sarebbero state vittime di maltrattamenti e violenze sessuali. "La soluzione abitativa idonea – spiega Fioretti – ci è stata suggerita dal dipartimento di salute mentale di Jesi. Le mie assistite erano seguite, avevano due badanti, nessuna ci ha mai informato di cose strane percepite all’interno, le sapevo al sicuro".

ma. ver.