L’autopsia: "Nessun segno di violenze sullo scheletro"

Il consulente di medicina legale di Simone Gresti: "Stato del corpo compatibile con i tempi della scomparsa".

L’autopsia: "Nessun segno di violenze sullo scheletro"

L’autopsia: "Nessun segno di violenze sullo scheletro"

Lo scheletro trovato nel casolare a un chilometro da dove Andreaa Rabciuc è scomparsa nel marzo di due anni fa è praticamente integro e sulle ossa non ci sarebbero lesioni traumatiche. A sostenerlo è il dottor Cristiano Cortucci, il consulente di medicina legale di Simone Gresti, fidanzato della vittima, all’uscita dall’istituto di medicina legale dell’ospedale di Torrette. Ieri pomeriggio, infatti, alla presenza del professor Adriano Tagliabracci, direttore della medicina legale, si è svolta l’autopsia sui resti rinvenuti sabato scorso nel casolare di via Monte Adamo. Oltre ai periti di parte in sala settoria ieri pomeriggio c’erano anche l’avvocato di Gresti, Emanuele Giuliani, e l’entomologo nominato dalla procura per effettuare delle analisi speciali sugli insetti rinvenuti sulla scena e addosso al cadavere.

È ancora presto per ufficializzare la compatibilità di quei prelievi con le ossa della 27enne, ma tutto fa pensare a un esito medico legale scontato: "I resti erano in avanzato stato di decomposizione – ha detto Cortucci all’uscita dall’istituto forense dell’ospedale regionale – ormai purtroppo scheletrizzati, con tracce residuali di tessuti molli. Confermo, a una prima analisi sulle ossa, che non sarebbero stati trovati segni evidenti di violenze. Sono state esaminate minuziosamente e a prima vista non c’erano alterazioni traumatiche, la prova cioè di fratture grossolane visibili. Sotto questo profilo non è stato notato qualcosa di innaturale che possa suggerire una forza esterna in grado di modificare lo stato del corpo. Le ossa sono state esaminate in termini meramente numerici per ricostruire lo scheletro nella sua completezza. Posso dire con assoluta certezza che lo scheletro era in sostanzialmente integro, dunque completo".

Il consulente della difesa ha risposto ad altre domande, a partire da un dettaglio molto importante: "Lo stato di decomposizione del cadavere è assolutamente compatibile con il periodo intercorso tra la scomparsa della ragazza e il ritrovamento di quei resti l’altro giorno. Non è invece possibile ipotizzare la posizione del corpo al momento del decesso a causa di fenomeni di natura tanatologica (relativo all’accertamento di morte) che potrebbero aver modificato la postura originale. I tempi dei risultati del Dna? Non sono in grado di rispondere".

Pierfrancesco Curzi