Le lezioni al "Galilei". Studenti diventano prof: "Insegniamo ai nonni segreti e rischi del web"

Ieri mattina abbiamo seguito il progetto lanciato dal liceo Scientifico coi ragazzi che avvicinano gli anziani ai social e all’alfabetizzazione digitale "Il colloquio intergenerazionale è utile, tanto più quando la tematica è distante".

Le lezioni al "Galilei". Studenti diventano prof: "Insegniamo ai nonni segreti e rischi del web"

Le lezioni al "Galilei". Studenti diventano prof: "Insegniamo ai nonni segreti e rischi del web"

Liceo Galilei, stop al divario digitale: i nonni a lezione dai nipoti. Sta riscuotendo successo il progetto lanciato dallo Scientifico di via Gossens, diretto dalla dirigente Alessandra Rucci, e rivolto ai nonni e alle nonne di tutta la provincia anconetana. Ieri, giornata clou dell’iniziativa per il ciclo di incontri di marzo. Un patto tra generazioni, un ricco scambio culturale. I giovani alla lavagna (rigorosamente touch) e i nonni seduti al banco. Sette gli anziani che si sono presentati in aula. I pensionati, da martedì, sono negli spazi della 4A per assistere alle lezioni tenute dagli alunni-insegnanti del Galilei. "L’incontro prosegue anche oggi, con gli studenti che avvicinano i nonni ai social e all’alfabetizzazione digitale" illustra il vicepreside e referente del progetto, prof Simone Frontini. Lezioni, queste, utili anche ai ragazzi per lo sviluppo del pcto, il percorso per le competenze trasversali e l’orientamento. "L’attività – continua – è al suo secondo step, il primo ha già riscosso molto successo. Ecco perché abbiamo pensato di prolungarla pure in aprile (prenotazioni tramite Eventbrite o il sito della scuola, ndr)".

Circa trenta gli alunni di quarta (tra i 17 e i 18 anni) coinvolti nella formazione digitale dei più adulti. "I pensionati sono emozionati e grati alla scuola per questo. È un’attività utile, un signore mi ha detto ´Grazie, perché così posso sottrarmi alla noia e alla tristezza domestica’. Sicuramente il colloquio intergenerazionale è utile, tanto più quando la tematica è distante. E la vicinanza, l’essere per una volta non più educatori ma i destinatari della formazione da parte dei più piccoli, è un cambio di ruoli interessante e piacevole". Un cambio di ruolo anche per gli alunni, che per una volta siedono in cattedra. Mattia Gabbanelli è uno di loro: "Gli studenti anziani hanno sicuramente tanto da imparare, sono bravi e volenterosi, è importante far conoscere loro la tecnologia e i suoi pericoli. L’utopia è arrivare a una completa digitalizzazione. Essere insegnante? Beh, è più impegnativo che essere studente – assicura il ragazzo – è complesso trasmettere dei concetti a qualcuno ma è interessante provarci almeno una volta".

Marica Cesaroni, 80 anni, ha un quadernino vicino al cellulare: "Impariamo a mandare messaggi, ad usare le mappe, a riconoscere le spam. Oggi stiamo ripassando ciò che abbiamo fatto ieri, una marea di cose. Ma io ho appuntato tutto sul taccuino". Sauro Pascucci (76 anni) è di Ancona: "Ho scelto di partecipare per capire quando dietro una mail possa celarsi il rischio di una truffa. Voglio evitare di prendere fregature – dice – È difficile approcciarsi alle nuove tecnologie, ma mi piace tenermi aggiornato e al passo coi tempi. I ragazzi? Sono bravi, ci sanno fare".

Gli incontri sono promossi da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp. Carmen Carotenuto (Cisl) rappresenta le tre sigle: "Insieme al Galilei abbiamo elaborato questo laboratorio sull’importanza dell’intelligenza artificiale e della robotica al servizio dell’umanità. È durante la pandemia che abbiamo capito quanto possa essere importante usare il digitale. È utile parlarne agli anziani e alle nuove generazioni, dato che il mercato del lavoro è in evoluzione e usa moltissimo le nuove tecnologie. Gli anziani hanno difficoltà nell’approccio al digitale e solo 1 su 5 sa navigare bene in rete. La gran parte di loro ha difficoltà nell’utilizzo e può incappare in problematiche visto che il digitale è sempre più presente anche nei rapporti con le pubbliche amministrazioni". Da qui l’esigenza di metterli in guardia dai rischi, con gli studenti che insegnano, ma che imparano anche tanto dai loro nonni.