Le verità di Bruschini: "Volevano che lasciassi, ho rispettato le regole. Il Sanzio decollerà"

Il direttore dell’Atim spiega cosa è accaduto sui voli di continuità "Siamo noi ad avere subito dei danni, a partire da quelli d’immagine. L’aeroporto andrà bene quando ci saranno interlocutori affidabili".

Le verità di Bruschini: "Volevano che lasciassi, ho rispettato le regole. Il Sanzio decollerà"

Le verità di Bruschini: "Volevano che lasciassi, ho rispettato le regole. Il Sanzio decollerà"

Aeroporto e voli. Marco Bruschini, direttore di Atim, perché vi opponete al decreto ingiuntivo?

"Perché certi di essere nel giusto. Pensiamo inoltre che Aeroitalia non abbia comunicato al giudice la nostra posizione, che vorrei chiarire una volta per tutte".

Prego.

"Quando abbiamo ricevuto, il 12 ottobre, una fattura sbagliata da 305mila euro, il nostro funzionario l’ha rispedita al mittente anche perché non era presente la regolarità contributiva (Durc) e la fideiussione. L’accordo di 750mila euro prevedeva l’Iva compresa. A inizio novembre Aeroitalia ci ha intimato di pagare entro cinque giorni quella tranche. Pretendevano un pagamento anticipato per un contratto del 31 luglio, che sarebbe dovuto partire il primo dicembre. Per pagare prima, un ente pubblico deve avere le garanzie fideiussorie: non c’erano neppure quelle. Vista la doppia inadempienza di Aeroitalia, il contratto è terminato prima di iniziare".

Quando?

"Il 16 novembre. Quando il legale di Atim ha scritto all’omologo di Aeroitalia chiarendo che l’accordo era da ritenersi risolto per l’esclusivo inadempimento della compagnia. A quella lettera non hanno mai risposto. Mentre quel signore (Gaetano Intrieri, mai citato da Bruschini, ndr), qualche settimana dopo, ha violato la clausola di riservatezza e sbandierato il contratto alla stampa".

Contratto che l’opposizione chiedeva già da prima. Perché non lo ha fornito?

"Ho rispettato la legge. Ho infatti chiesto l’autorizzazione ad Aeroitalia per rispondere alle legittime richieste di accesso agli atti dei consiglieri, ma quell’autorizzazione Aeroitalia non ce l’ha mai data. E intanto sono stato oggetto di critiche feroci, tre richieste di dimissioni ed è arrivata anche una proposta di legge per sopprime l’Atim. Ho preferito il silenzio in risposta al rumore. Ma non finisce qua".

Cioè?

"Quando quel signore dice che i soldi dell’accordo erano legati ai voli per Roma, Milano e Napoli, mentre in realtà servivano alla promozione della destinazione Marche, si assume una responsabilità chiara. Così anche quando dice che i giudici dovranno decidere ‘chi doveva pagare e non ha pagato, distruggendo un’operazione che per come l’avevamo pensata io e l’ad dell’aeroporto Alexander D’Orsogna era molto diversa’. Diversa, in che senso? C’è altro o è un messaggio contro l’aeroporto? Lo spieghi".

Voi chiederete i danni?

"Certo, per tre ragioni. Prima: il danno d’immagine. Dobbiamo intervenire a tutela delle Marche e dei marchigiani per quello che hanno subito. Due: la perdita di chance, in quanto i soldi accantonati per la promozione avremmo potuto usarli in altre azioni non fatte. Tre: il lucro cessante, sicché non c’è stato alcun beneficio dall’investimento ipotizzato. Ma non è corretto ricondurre l’intero operato di Atim a questo evento, che non ha prodotto alcun esborso di denaro pubblico, piuttosto che parlare della sua indubbia utilità se pensiamo ai risultati del 2023".

Tipo?

"Legare turismo e internazionalizzazione per fare l’incoming del turista e l’outgoing delle aziende è stata una grande intuizione del presidente Acquaroli. I dati degli stranieri lo confermano: +10,9 per cento negli arrivi, +12,10 per cento nelle presenze. Ancora +13 negli arrivi, +11 nelle presenze sul 2019. Numeri frutto di 200 azioni promozionali, fiere in Italia e all’estero, campagne di comunicazione e workshop. Ecco, si guardi anche a questo".

Ma vede la continuità territoriale a rischio?

"Sono positivo. Dobbiamo fare di tutto per salvare questa fondamentale opportunità, ma avremo bisogno di interlocutori seri. Il sogno è di legarla ad una continuità internazionale".

Intrieri vuole un tavolo con il governatore, "senza intermediari e controfigure". Replica?

"Nel nostro mondo reale non c’è spazio per intermediari e controfigure. C’è spazio solo per le Marche e i marchigiani, che sono i veri protagonisti".

Giacomo Giampieri