
L’epopea della giraffa-zebra: "Salviamo l’okapi dall’estinzione". A Falconara nasce un altro cucciolo
FALCONARA (Ancona)
Se la vita fosse più giusta, l’okapi se la godrebbe serenamente nelle macchie di vegetazione della Repubblica Democratica del Congo, il suo luogo d’origine. In realtà, però, la sua esistenza è fortemente minata dai pericoli della deforestazione e, soprattutto, dal bracconaggio. Sul mercato nero, questo raro mammifero che somiglia alla zebra ma è parente stretto della giraffa, vale più di una Maserati. C’è, tuttavia, un’oasi di verde, l’unica in Italia, dove il suggestivo animale è libero di riprodursi e crescere. E le coordinate geografiche conducono al Parco Zoo Falconara, la storica struttura in provincia di Ancona che, dal 2018, accoglie la coppia formata da mamma Elani e papà Dayo. E la colonia si è ben presto allargata.
I due, il 24 aprile 2022 hanno dato alla luce Italo. Novità assoluta nel panorama nazionale, trattandosi del primo cucciolo nato nel Belpaese. A distanza di due anni, pochi giorni fa, si sono "ripetuti". È venuto al mondo, infatti, il secondo esemplare. Già curioso di conoscere, ma ancora legato a filo diretto alla madre con la quale rimarrà nel nido per circa due mesi. Ci vorrà pazienza, dunque, prima che i visitatori possano vederlo in azione nel reparto esterno. E ci vorrà del tempo anche per chiarire se si tratti di un maschio o di una femmina, prima di stabilire con esattezza il genere e quindi il nome. Di certo la notizia, ieri, è balzata alle cronache nazionali, per tutti i motivi di cui sopra. L’okapi ha il collo lungo, la testa affusolata, il corpo di colore marrone scuro con strisce bianche sulle zampe e nel posteriore. È conosciuto anche come giraffa della foresta. Ed è presente, nello Stivale, soltanto nel giardino zoologico marchigiano, che ospita questi esemplari con l’obiettivo di preservare la specie a rischio di estinzione e per questo inserita nella ‘Lista rossa’ dell’International Union for Conservation of Nature. All’ombra delle colline di Barcaglione viene portato avanti l’ambizioso Okapi Conservation Project, nonché l’Eep, il programma europeo di riproduzione ex-situ delle specie minacciate, per favorire la nascita di cuccioli che, una volta grandi, verranno trasferiti in altri zoo continentali per proseguire la catena. È il caso di Italo, che ormai si è fatto grande. E dopo qualche tempo in compagnia del fratellino o della sorellina che sia, sarà portato al Tierpark di Berlino. Quell’Italo che, a 29 luglio 2022, ricevette una visita speciale dall’ambasciatore congolese Fidèle Sambassi Khakessa, giunto nelle Marche per complimentarsi di persona con la direzione del Parco, fondato nel 1968 dalla famiglia Palanca, per la costanza con cui s’impegna quotidianamente nella tutela dell’ambiente, nella cura degli animali e nella ricerca scientifica.
Elani e Dayo continueranno a vivere con il loro secondogenito a queste latitudini, Italo muoverà verso la Germania portandosi dietro, comunque, l’etichetta di primo okapi nato in Italia. Per un primato tutto marchigiano, celebrato degnamente dalle autorità del Paese africano.