L’ex assessore Stefano Foresi: "Basta, uno spettacolo vergognoso. E si parlava proprio di bullismo"

Il consigliere che ben conosce la zona del Piano e le difficoltà di integrazione difende il collega di partito "Ha parlato di rischio di una ghettizzazione e per questo va fatto tutto il possibile per scongiurare il pericolo".

L’ex assessore Stefano Foresi: "Basta, uno spettacolo vergognoso. E si parlava proprio di bullismo"

L’ex assessore Stefano Foresi: "Basta, uno spettacolo vergognoso. E si parlava proprio di bullismo"

Consigliere Stefano Foresi (Pd), il suo collega di partito Petrelli ha usato il termine ‘ghetto’ parlando della scuola ‘Da Vinci’, lei come l’ha interpretata quella dichiarazione?

"Conosco Giacomo (Petrelli, ndr), ho riascoltato le sue parole che credo siano state male interpretate. Non avevo dubbi infatti, ripeto, conoscendolo e sapendo cosa pensa sul tema".

Lei però nel suo intervento in Commissione ha detto che agli Archi non è giusto parlare di ‘ghettizzazione’...

"Lui ha parlato di rischio di una ghettizzazione e per questo va fatto tutto il possibile, e per noi parlano gli interventi portati a termine nelle due legislature passate. Non è un mistero che le famiglie abbiano deciso di portare via i figli da quella scuola per metterli in altre, con la conseguenza di azzerare la presenza dei bambini italiani. Il risultato di certe scelte ha portato alla situazione attuale e le istituzioni devono essere brave a scongiurare quel rischio. Sulla polemica scoppiata in aula però mi lasci dire una cosa...".

Prego...

"L’attacco del capogruppo di Fratelli d’Italia Toccaceli nei confronti di Petrelli è stato vergognoso, al di là delle questioni di merito. Non è accettabile assistere sempre a questi spettacoli. E pensare che si parlava della piaga del bullismo, abbiamo dato davvero una pessima immagine a chi stava seguendo la seduta pubblica".

Tornando sulla scuola ‘Da Vinci’, lei ne ha sempre seguito gli accadimenti...

"Me ne sono occupato per oltre 15 anni, prima come presidente della II Circoscrizione, poi, dopo la loro abolizione, da assessore alla Partecipazione democratica. Ci sono stati alcuni anni decisivi, penso al 2011 e 2012 quando la scuola ormai stava per essere chiusa dall’Ufficio Scolastico perché non c’erano più iscrizioni e il numero degli alunni nelle classi, per legge, non era sufficiente per tenerla aperta".

Cos’ha fatto per risolvere quel problema?

"Quando sono diventato assessore, nel 2013, assieme alla collega Borini (ex assessore alle politiche educative durante la sindacatura di Valeria Mancinelli, ndr) siamo riusciti ad aumentare le iscrizioni. I 60 alunni di allora oggi sono stati raddoppiati e il numero minimo per classe, 15, superato e garantito. Sono partito dal nulla, dall’aiuto allo studio fino a creare le condizioni di rilancio di quella scuola".

In quella scuola, sono rappresentate tante comunità?

"Sì, svariate decine, anche negli ultimi anni è preponderante la presenza di bambini di origini bengalesi, la comunità più ampia in città".

Potremmo definirla una scuola virtuosa?

"Certo, dove il fenomeno del bullismo non è conosciuto, dove sono state organizzate tante iniziative, dal gruppo di teatro agli scacchi e così via grazie a docenti straordinari".

Pierfrancesco Curzi