PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Lo sciopero per la sicurezza. Un birillo e un garofano rosso per ognuna delle 28 vittime: "Infortuni, è una guerra civile"

Stop di otto ore con corteo e flash mob organizzati da Cgil e Uil sulle strade e nelle piazze. Dopo la strage di Suviana sono stati ricordati i morti sul lavoro durante il 2023 nelle Marche.

Lo sciopero per la sicurezza. Un birillo e un garofano rosso per ognuna delle 28 vittime: "Infortuni, è una guerra civile"

Lo sciopero per la sicurezza. Un birillo e un garofano rosso per ognuna delle 28 vittime: "Infortuni, è una guerra civile"

"Le aziende come Enel stanno sempre di più esternalizzando i lavori diminuendo la professionalità e creando sempre di più le possibilità che incidenti drammatici come quello alla centrale emiliana si verifichino. Chi lavora in subappalto non ha la stessa esperienza e la stessa formazione nostra e soprattutto stipula contratti diversi". Francesco Fattori è un membro dell’Rsu Cgil di Enel Green Power delle Marche e ieri mattina era in piazza ad Ancona per aderire allo sciopero di 8 ore (inizialmente di 4 ore, poi raddoppiate dopo la strage di Suviana) proclamato dalla sua sigla e dalla Uil.

Il raduno in piazza della Repubblica, poi il breve corteo fino a piazza del Plebiscito, sotto le finestre del Palazzo del Governo tra cori, striscioni e fumogeni, dove Cgil e Uil (la Cisl anche ieri non aveva aderito) hanno organizzato un flash mob: ventotto birilli bianchi e rossi a terra in mezzo alla piazza per ricordare i morti sul lavoro registrati nel 2023 nelle Marche. Accanto a ogni birillo è stato deposto un garofano rosso.

Il tema della sicurezza sul lavoro è così diventato preminente, ma i rappresentanti sindacali chiedono anche salari e pensioni dignitosi e una riforma fiscale all’insegna dell’equità e della giustizia. Iniziative analoghe a quella di Ancona si sono svolte nelle piazze degli altri quattro capoluoghi di provincia delle Marche Pesaro, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Tra le conseguenze dello stato di agitazione treni fermi dalle 9 alle 13, con conseguenze soprattutto sul trasporto regionale. Lo sciopero dei mezzi pubblici invece è partito alle 13 ed è andato avanti fino al tardo pomeriggio, con minori disagi rispetto all’orario mattutino.

Infortuni sul lavoro tema prioritario in questa fase, in Italia come nel nostro territorio. Ad Ancona l’azienda più grande, la Fincantieri, conta migliaia di lavoratori, il 90% dei quali assunti da ditte in appalto e subappalto: "Gli infortuni sul lavoro sono all’ordine del giorno in cantiere – ha sottolineato Massimiliano Anastasi, delegato Rsu-Fiom in cantiere – Nelle ultime settimane ce ne sono stati diversi, per fortuna di lieve entità anche se ogni tanto capita di peggio. La nostra realtà è fortemente a rischio, i carichi di lavoro sono pesanti e sobbarcarsi il grosso dei lavori pericolosi sono gli operai delle ditte che subiscono pressioni dai datori di lavoro. Gli operai interni Fincantieri sono sempre di meno, ad oggi circa 200 (l’azienda non assume più operai diretti a tempo indeterminato da quasi vent’anni, ndr), poi ci sono gli impiegati in ufficio, quindi i lavori più pesanti li fanno quelli delle ditte".

Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche, usa un termine molto forte per descrivere il fenomeno: "Siamo in una guerra civile che ogni anno miete vittime, lo scorso anno oltre ai 28 morti ci sono stati oltre 17mila infortuni nelle Marche. Inoltre – ha spiegato la Mazzucchelli – il trend dei primi tre mesi del 2024 indica un trend in aumento degli incidenti del 2,2%. Ecco perché la sicurezza sui luoghi di lavoro deve diventare sempre di più centrale nel dibattito generale. Ne abbiamo abbastanza di una sicurezza di carta, servono fatti concreti dalle istituzioni".

E proprio sulle istituzioni scarica parte delle responsabilità Marco Bastianelli, segretario provinciale della Cgil: "Il governo dice che le aziende devono essere lasciate libere di crescere; dispiace ma non è così, le aziende hanno anche e soprattutto un ruolo sociale come descritto bene dalla Carta Costituzionale, anche la Regione potrebbe fare la sua parte, penso agli ispettori dedicati ai controlli sul lavoro e al personale della medicina del lavoro, sempre di più carenti".