ILARIA TRADITI
Cronaca

Lo scontro sulla riforma. Facoltà di Medicina, stop al numero chiuso

La Commissione del Senato dà l’ok all’iscrizione libera per il primo semestre. Ma il dibattito resta aperto tra favorevoli e contrari: ecco le ragioni di entrambi.

Lo scontro sulla riforma. Facoltà di Medicina, stop al numero chiuso

Lo scontro sulla riforma. Facoltà di Medicina, stop al numero chiuso

Sta facendo molto discutere la cosiddetta riforma del "numero chiuso" a Medicina che ha già incassato nei giorni scorsi l’ok del Comitato ristretto della Commissione Istruzione di Palazzo Madama per quanto riguarda il testo base. Il Governo avrà ora tempo da nove a dodici mesi per adottare i necessari decreti legislativi. In pratica dal 2025 l’accesso al corso base della facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria sarà libero senza che sia più previsto il ricorso ai tanto temuti test di ingresso.

All’indomani dell’approvazione sono subito scattate le proteste dei camici bianchi che si interrogano su come si riuscirà a passare, a livello nazionale, dai circa 70-80mila aspiranti medici che ogni anno affrontano il test, ai 20mila posti che potrebbero effettivamente essere messi a disposizione dalle università. Ma ci sono anche molti favorevoli a questo cambiamento, poiché ritengono che il numero chiuso a Medicina, come ad altre facoltà, rappresenti di fatto una limitazione del diritto allo studio sancito dalla Costituzione.

La riforma prevede un primo semestre libero dopo il quale si dovrà sostenere un esame di Stato: nel caso di mancata ammissione verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Per essere ammessi al secondo semestre, oltre ad aver passato tutti gli esami, sarà prevista la collocazione in una graduatoria di merito nazionale. L’unica cosa certa è che non si tratta della fine del numero chiuso. Il testo infatti prevede che il numero di iscrizioni al secondo semestre sia coerente con il fabbisogno di medici stimato dal Sistema sanitario nazionale. Le università dovranno impegnarsi a potenziare le loro capacità di ricezione, ma il numero di posti disponibili andrà comunque allineato con quello delle scuole di specializzazione. Chi non passerà al secondo semestre si vedrà comunque riconosciuti i crediti universitari acquisiti nel primo semestre e potrà quindi continuare gli studi in uno dei corsi di laurea di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. All’atto di iscrizione a Medicina infatti tutti gli aspiranti camici bianchi dovranno indicare una seconda scelta sempre all’interno di quell’area che potrebbe diventare la loro destinazione finale: la doppia iscrizione sarà gratuita. In alternativa potranno optare per qualsiasi altro corso di laurea, perdendo però i crediti acquisiti: le modalità per questo cambio in corsa andranno definite solo successivamente.

Per approfondire al meglio la questione abbiamo intervistato il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università Politecnica delle Marche, Mauro Silvestrini, e il presidente dell’Ordine dei Medici di Ancona Fulvio Borromei: le interviste le trovate nella pagina qui a fianco.