Lo street artist: "Il muro è come una tela. Sarà una grande stanza con simboli anconetani"

Giacomo Bufarini racconta come ha interpretato il progetto commissionato "Dipingerò ciò che ho pensato, ma non mancherò certo di improvvisare".

"Il muro per me è come la tela per il pittore". Con questa semplice frase Giacomo Bufarini, noto a livello internazionale come RUN, dà senso al suo lavoro, e forse a quella che viene definita ‘arte di strada’ tout court. Tra un paio di settimane Ancona potrà vantare una delle sue opere maggiori, come quelle realizzate in Italia e all’estero (Inghilterra, Cina, Polonia, Gambia, Senegal). "Dipingerò ciò che ho pensato e raffigurato nei bozzetti, ma durante il lavoro, sicuramente, non mancherò di improvvisare, a seconda delle suggestioni che mi arriveranno – spiega – Per me è un onore realizzare un’opera definita monumentale. Ci metto molto di Ancona, che mi è sempre molto familiare pur vivendo lontano. Ho modificato i bozzetti inziali tenendo conto anche delle aspettative: un artista ha libertà d’espressione, certo, ma non può non tenere conto dell’idea che si è fatta il committente e di chi quell’opera vedrà. Per me, che ne ho realizzati tanti, si tratta di un murale particolare che si sviluppa intorno ad un vuoto, l’accesso al tunnel, e questo mi ha ispirato nell’immaginare un ambiente chiuso, una grande stanza con pareti dense di oggetti, di soprammobili, appoggiati su una serie di scaffali".

L’artista spiega che "quegli oggetti richiamano la storia, la cultura, le tradizioni e alcuni personaggi della città, ma anche ricordi della mia vita di bambino e ragazzo. I due lati della galleria racconteranno un’unica storia, perché in fondo ciò che mi piace fare con i miei disegni è raccontare storie". Quella che lo accompagnerà nelle prossime due settimane non è delle più semplici, ma lui ci scherza su: "Farò un orario da fornaio: dalle nove di sera alle quattro o alle cinque del mattino". Ma ne varrà la pena, più di quanto oggi testimoniano i bozzetti: "I colori saranno molto più vivi nella realtà, anche se ho scelto principalmente colori che si adattano all’ambiente circostante, colori di terra, organici: marrone, verde, beige. L’idea dell’opera è quella del trompe-l’œil: creare degli ambienti che sembrano ‘veri’, tridimensionali. Tra l’altro dipingerò un ambiente interno, che potrebbe essere quello di una casa anconetana, o di un ristorante, che contiene anche elementi esterni, come il Duomo o le Tredici Cannelle".

Bufarini vive a Londra da lungo tempo, ma è rimasto molto legato alla sua città d’origine. Nell’illustrare la genesi dei bozzetti rivela: "Ho fatto le mie ricerche, e poi mi sono ispirato alla mia esperienza di vita anconetana, ai racconti dei nonni sul porto, sull’Ancona vecchia". Ma più che al passato l’artista sembra guardare al futuro: "Credo che l’unica certezza che abbiamo sia il cambiamento. Le cose cambiano. La cultura è in continua evoluzione".

Una curiosità: RUN sembra avere un rapporto privilegiato con i ‘tunnel’ dorici. Sua, infatti, è una parte del grande murale che campeggia all’uscita della galleria di San Martino (precisiamo subito: non è la Madonna con la testa rovesciata). Anche lì Bufarini ha perseguito il suo scopo: "Vorrei che con le mie opere l’architettura su cui intervengo acquisti personalità". Di sicuro con la Galleria del Risorgimento raggiungerà il suo obiettivo. E chissà che in futuro qualcuno dedichi un altro murale ad Ancona, inserendovi anche la galleria ‘firmata’ RUN...