
L’opera del Gentileschi pronta a tornare in città
Si avvicina la data del ritorno dell’opera Santa Maria Maddalena di Orazio Gentileschi, il grande pittore del XVII secolo, ritenuto essere uno dei principali esponenti del primo naturalismo di ambito romano. Il grande dipinto che fu realizzato fra il 1612 e il 1615, durante il periodo fabrianese del pittore, è attualmente in fase di restauro. Ma è questione di giorni: il ritorno del quadro nella sua chiesa di Santa Maria Maddalena di Fabriano, sede della Pia Università dei Cartai, è previsto a luglio. L’opera, di proprietà della Pia Università dei Cartai di Fabriano, ha sede nell’omonima chiesa ma ha vissuto - negli ultimi sessant’anni - varie disavventure come, nel ‘66, l’alluvione di Firenze, dove si trovava per un restauro, e il terremoto del 1997, quando venne spostata dalla chiesa nel deposito attrezzato delle cartiere, per essere salvaguardata. Ora, questo nuovo restauro, ne ripristinerà l’intensità dei colori. Nei giorni scorsi alcuni consiglieri della Pia Università dei Cartai di Fabriano sono approdati al laboratorio di restauro e hanno constatato lo stato di avanzamento dei lavori. Molte stranezze riguardano la storia di quest’opera d’arte dal punto di vista dei restauri. E restano ancora degli aloni di mistero.
Prima di iniziare il restauro si è provato a ricercare una documentazione che potesse aiutare e chiarire come venne effettuato il precedente restauro, ma non esistono documenti né all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, tantomeno al Museo degli Uffizi. Si stanno cercando anche documentazioni affinché si possa fare chiarezza sulla vita del quadro anche attraverso l’archivio storico della Pia Università dei Cartai di Fabriano. Una volta fatto lo studio e le analisi esplorative dell’opera, si è passati alla fase di pulizia che ha messo in mostra la bellezza dei colori soprattutto del cielo, che è tornato del suo azzurro naturale e dei capelli della Maddalena che, osservati con attenzione, sembrano veri. Ma la pulizia ha anche messo in risalto le traversie avute dal dipinto a seguito dell’alluvione Fiorentina del ‘66 con un restauro iniziale parziale che tuttavia ha salvato il quadro dall’acqua e da un post restauro, piuttosto veloce e con le tecniche del tempo, in modo che potesse essere spedito ad Urbino in tempo utile per una mostra, da dove tornerà a Fabriano nel settembre del 1968.
Con la "lucidatura finale" il quadro tornerà ad essere come il Gentileschi lo aveva creato: senza indecisioni pittoriche, con colpi di pennello precisi e senza disegni di costruzione, pronto a sopportare i prossimi cento anni.
Sara Ferreri