ROBERTO DAMIANI
Cronaca

Marche, il piano per l’alta velocità: "Giù le mani dal bypass di Pesaro"

Mit e Regione: nuova linea in arretramento, stop vecchio progetto. I sindaci Ricci e Seri: "Non ci provate"

Marche, il piano per l’alta velocità: "Giù le mani dal bypass di Pesaro"

Marche, il piano per l’alta velocità: "Giù le mani dal bypass di Pesaro"

Alta velocità, cambia tutto. Mit e Regione varano il piano per la realizzazione di una nuova linea in arretramento da Bologna fino a Lecce – un’opera del costo di 60 miliardi di euro (circa 20 serviranno per le Marche) – abbandonando di fatto il vecchio piano (voluto dal governo Draghi) di velocizzazione della linea esistente attraverso una serie di bypass, compreso nelle Marche quello di Pesaro e Fano, già finanziato con 1,8 miliardi. La linea (e la richiesta) della giunta Acquaroli ("un piano strutturale per tutta la regione, e non singoli interventi slegati tra loro") era nota da tempo, ma dal vertice dell’altro giorno ad Ancona col viceministro Galeazzo Bignami e l’ad di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, è emerso chiaramente che questa è anche la scelta del governo. Nuova linea in arretramento per l’alta velocità e l’alta capacità, addio bypass di Pesaro. E apriti cielo. Il sindaco Matteo Ricci va subito all’attacco. "Non ci provate, ci sarebbe una rivolta delle Marche del nord – avverte –. Acquaroli faccia il suo dovere, metta a terra i finanziamenti ottenuti dal governo Draghi per il bypass di Pesaro e Fano, e pensi a chiedere altri soldi per continuare a modernizzare la linea nelle Marche". Idem il sindaco di Fano, Massimo Seri: "Ma stiamo scherzando? Abbiamo ottenuto un finanziamento per alleggerire le nostre città dal peso dei treni nei centri storici e ora ci dicono che dobbiamo rinunciare ai finanziamenti ottenuti perché la Regione ha progetti diversi che ci vorranno decenni per realizzare. Significa uccidere le nostre città, strozzarle. È inaccettabile. Ci mobiliteremo". Dal canto suo, il governo in accordo con la Regione mira a una nuova linea ferroviaria ad alta velocità (e ad alta capacità) sulla dorsale adriatica, Bologna-Ancona-Pescara-Foggia-Bari, in grado di garantire una maggiore velocità ai convogli (300 km/h) e di tenere il traffico dei treni merci fuori dai centri storici. L’attuale tratta rimarrà invece per il trasporto pubblico locale, in particolare per i pendolari. L’orizzonte temporale non è breve, ma Acquaroli vede nel piano una "prospettiva importante", un "punto fermo per il futuro". "Al posto dei bypass – dice –, noi siamo per una soluzione strutturale seria e concreta per tutta la dorsale adriatica". Per far viaggiare i treni ad alta velocità su una nuova linea vanno messi in conto 60 miliardi di euro di lavori, anche se per il governatore delle Marche "si può ragionare per una serie di interventi a stralci, così da dare una risposta di futuro e competitività a tutta la dorsale adriatica. Parliamo di una concezione diversa, un’infrastruttura che guarda al terzo millennio". Il piano di velocizzazione della vecchia linea costava ovviamente molto meno, circa 8,5 miliardi, pur non potendo garantire le stesse caratteristiche. Nell’analisi elaborata da Confindustria Ancona la realizzazione dell’alta velocità sull’Adriatica genererebbe 95 miliardi di Pil con la creazione di 144mila posti di lavoro.