Missione compiuta, conquistata l’Alaska

L’anconetano Renato Malatesta è arrivato alla vetta del Denali, la montagna più alta del Nord America con i suoi 6190 metri

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di Marina Verdenelli

Alaska conquistata. A tredici giorni dalla partenza dall’Italia l’anconetano Renato Malatesta è arrivato alla vetta che si era prefissato, i 6.190 metri del Denali, la montagna più alta del nord America. Un’avventura nel vero senso della parola perché non sono mancati imprevisti e difficoltà da superare che hanno messo a dura prova il trio di escursionisti partito il 6 maggio scorso oltreoceano. Insieme a Malatesta, 61 anni, dipendente di Rfi, Rete ferroviaria italiana, accompagnatore di media montagna, iscritto al collegio guide alpine della Marche e accompagnatore nazionale di escursionismo del Cai Ancona con alle spalle migliaia di escursioni, c’erano l’ascolano Mario Salvi, fisioterapista di 60 anni e appassionato di alta quota e il bergamasco Pietro Gatti, libero professionista e alpinista, anche lui 60enne.

Solo Malatesta e Salvi sono riusciti a guadagnarsi la vetta, Gatti si è dovuto fermare prima. Il primo ostacolo da superare è stato il maltempo perché il gruppo ha dovuto attendere fino al pomeriggio del 13 maggio per raggiungere, con un apposito aereo-taxi, il campo base a 2.190 metri, dove hanno infilato la bandiera dell’Italia, quello della via prevista per la salita al Denali. Dopo due tentativi l’arrivo è andato a buon fine. In successione i tre escursionisti si sono spostati ai campi più avanti portando con loro slitte per trainare il proprio materiale tecnico utile alla missione. Carichi pesanti, di 40 chilogrammi a testa. Nel giorno del compleanno del team leader Malatesta, il 16 maggio, sono riusciti a spostarsi fino al campo 2 a 3.400 metri ma poi hanno dovuto fare i conti con le temperature rigidissime e la forte nevicata da ambiente glaciale che hanno tenuto chiusi i tre escursionisti nelle tende prima della tappa successiva. A svegliarli ci pensava la temperatura esterna scesa anche a meno 30 gradi. Un sacrificio che è stato ripagato visto che il 22 maggio scorso, a meno di dieci giorni dalla partenza operativa su ghiaccio e neve, Malatesta e Salvi hanno toccato la vetta più alta segnando il successo della spedizione.

Nella via del ritorno però l’anconetano ha dovuto interrompere il rientro con i compagni perché al campo 3, visitato dallo staff medico previsto per escursioni di questo livello, gli sono stati diagnosticati alcuni congelamenti localizzati sulle dita della mano sinistra. Un elicottero lo è andato a prendere per portarlo in ospedale e iniziare le cure del caso. Dopo il ricovero di una notte è tornato in hotel e questi giorni fa avanti e indietro con l’ospedale per sottoporsi a sedute di camera iperbarica. Le sue condizioni sono buone. Il rientro in Italia del gruppo era previsto per il 4 giugno ma potrebbe slittare di qualche giorno.