Ogni anno 2300 nuove diagnosi: "Probabilità elevate di guarigione"

Rossana Berardi, direttrice della clinica oncologica dell’azienda ospedaliera-universitaria delle Marche: "Circa 50 quelli affetti da tumore al testicolo perlopiù giovani. Gli sportivi possono tornare a gareggiare" .

Ogni anno 2300 nuove diagnosi: "Probabilità elevate di guarigione"

Ogni anno 2300 nuove diagnosi: "Probabilità elevate di guarigione"

Ogni anno sono stimate in Italia 2.300 nuove diagnosi di tumore al testicolo (fonte: I numeri del Cancro AIOMAIRTUM 2022). Circa 50 nella regione Marche. Si tratta di un tumore che colpisce più frequentemente i giovani: è infatti il tumore più diffuso nella fascia d’età tra i 15 e i 40 anni, mentre è piuttosto raro che si manifesti dopo i 60. Oggi sono circa 63.400 gli uomini che complessivamente vivono in Italia con una diagnosi di tumore del testicolo. Un tumore che ha altissime probabilità di guarigione: del 99% se la malattia viene scoperta in fase iniziale, poco meno se sono coinvolti i linfonodi addominali e di circa il 75-80% anche nelle forme più avanzate. Chirurgia, radioterapia e chemioterapia sono le terapie che nei diversi stadi consentono di raggiungere questo importante obiettivo di guarigione. È pertanto ragionevole pensare che giovani sportivi possano tornare a gareggiare e a vincere anche dopo la diagnosi di tumore al testicolo. Ne è stato un esempio il ciclista texano Lance Armstrong che ha scoperto di avere un tumore ai testicoli a 25 anni, nel 1996, e dopo due anni di cure per una malattia già avanzata (per metastasi al cervello e ai polmoni), dal 1999 al 2005 è riuscito a vincere sette Tour de France consecutivi. Diversi fattori di rischio possono favorire l’insorgenza del tumore al testicolo. Tra questi, la presenza di un tumore nel testicolo controlaterale e una storia di criptorchidismo, cioè la mancata discesa nello scroto di uno dei testicoli che aumenta le probabilità di tumore fino a 10 volte rispetto alla popolazione generale. Altro importante fattore di rischio è la sindrome di Klinefelter, ovvero un’anomalia nei cromosomi. Vanno considerati anche altri fattori: una storia familiare positiva per questo tumore, l’esposizione a sostanze che interferiscono con l’equilibrio endocrino (per esempio l’esposizione professionale e continuativa a pesticidi), l’infertilità (gli uomini sterili hanno un rischio di sviluppare il tumore di circa tre volte superiore agli uomini fertili) e il fumo.

Rossana Berardi, Professore Ordinario di Oncologia - Università Politecnica delle Marche, direttrice Clinica Oncologica azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche.