"Ora ti ammazzo e porto via il bimbo"

Un boliviano è accusato di maltrattamenti aggravati in famiglia nei confronti della compagna sudamericana ad Ancona. La donna ha denunciato violenze fisiche e minacce, anche davanti al figlio. Il processo è in corso con testimonianze scioccanti.

Un giorno guidava ubriaco e ha fatto scendere la compagna in superstrada, all’altezza di Monsano, abbandonandola lì. Un’altra volta ha aggredito la convivente con calci e pugni, dopo un litigio. Un’altra volta ancora, dopo aver cercato di sfondare la porta di casa, è sceso in garage distruggendo il mobilio e trascinando sulla strada una lavatrice. Arrivarono i carabinieri. Anni di difficile convivenza per una donna sudamericana, 45 anni, residente ad Ancona con il compagno boliviano che le avrebbe fatto passare l’inferno. A settembre del 2022 la denuncia alla polizia perché lui era già da più anni che le metteva le mani addosso, la umiliava, la offendeva e la minacciava così: "Ti ammazzo e ti porto via il bambino". Le aggressioni fisiche si sarebbero verificate anche davanti al loro figlioletto di 10 anni.

Con l’accusa di maltrattamenti aggravati in famiglia il boliviano, 36 anni, è finito a processo davanti al collegio penale presieduto dal giudice Carlo Cimini. Ieri è stata sentita la vittima in tribunale che ha ripercorso le violenze subite con il figlio che sarebbe stato sempre presente e che si è costituito parte civile con l’avvocato Arianna Benni. L’imputato è difeso dall’avvocato Roberta Angeletti e rigetta le accuse.

La sudamericana ha riferito che il compagno, che aveva anche una dipendenza alcolica certificata e per cui è stato anche in una struttura per disintossicarsi, la picchiava con pugni e calci lanciandole addosso anche oggetti. Dopo la denuncia lui aveva avuto un divieto di avvicinamento che ha però violato per vedere il figlio. Ad agosto scorso, presentandosi sotto casa di lei, al Piano, ha rotto il portone e si è ferito con un vetro ad un braccio. Sentenza il 17 aprile.

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