Pandemia, sotto accusa per i gatti: viene assolto

Un commercialista anconetano assolto dall'accusa di falso per aver portato cibo alle colonie feline durante la pandemia. Autocertificazione errata ma benestare del Comune e della direzione del porto.

Pandemia, sotto accusa per i gatti: viene assolto

Pandemia, sotto accusa per i gatti: viene assolto

Va a sfamare i gatti di una colonia felina di cui era responsabile, durante la pandemia, e si ritrova a processo per falso. Sotto accusa un commercialista anconetano, 55 anni, molto amante degli animali al punto che acquista il cibo interamente a sue spese. Dopo una battaglia legale il professionista ieri è stato assolto "perché il fatto non sussiste". Nel corso del primo lockdown, con i contagi da Covid-19 che proliferavano in tutto il mondo preoccupando la popolazione, è stato fermato da una pattuglia dei carabinieri lungo la via Flaminia. Era il 12 aprile del 2020, di notte. II commercialista aveva una torcia frontale in testa e tornava da Montemarciano, dove si era recato per portare da mangiare ad una colonia felina censita, ed era diretto al porto turistico di Marina Dorica, in vai Mascino, per portare cibo ad altre quattro colonie feline presenti al suo interno. Con sé aveva l’autocertificazione, quella che consentiva di uscire per motivi di assoluta urgenza in tempi di confinamento in casa e di spostarsi anche fuori dal proprio comune di residenza. Nel documento mostrato ai militari il 55enne aveva indicato che lui era il responsabile delle colonie feline e che senza le crocchette che lui portava giornalmente ai gatti gli animali non avevano altro da mangiare. Dopo il controllo era stato lasciato andare.

A pandemia terminata si è visto recapitare un decreto penale di condanna per l’accusa di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. I carabinieri erano andati a controllare se le motivazioni riportate nella autocertificazione erano vere. Contattata l’Asur, il servizio veterinario, lui non risultava il referente. Era infatti il responsabile. Il commercialista si è opposto al decreto penale di condanna e ha preferito andare a processo perché sicuro della sua innocenza. Ieri, difeso dall’avvocato Martina Pizzichini, ha testimoniato davanti alla giudice Antonella Passalacqua raccontando che lui non ha mai dichiarato di essere il referente e spiegando la differenza dei vocaboli. "Nell’autocentificazione – ha detto in aula – avevo scritto responsabile. Il referente è chi fa i censimenti infatti non sono io. lo mi occupavo e mi occupo di dargli da mangiare perché senza non riuscirebbero a vivere".

Un errore nel verbale dunque. II 55enne aveva sia il benestare del Comune, ha testimoniato la referente dell’ufficio animali che ha confermato, che della direzione di Marina Dorica (in aula ha testimoniato l’ex direttore) che lo aveva dotato anche di un badge per entrare di notte al porto turistico. E’ dal 2015 che il commercialista si occupa delle colonie feline.

Marina Verdenelli