Piscina del Passetto chiusa: "Così la pallanuoto muore"

Il presidente della società jesina, Gigio Traini: "Le squadre da Ancona a Tolentino costrette a emigrare a Firenze e Bologna, si deve intervenire".

Piscina del Passetto chiusa: "Così la pallanuoto muore"

Piscina del Passetto chiusa: "Così la pallanuoto muore"

"La chiusura della piscina del Passetto ha fatto esplodere un problema carenza di strutture che mette sempre più a rischio la pallanuoto regionale. Urgono interventi per rendere anche più attrattiva la regione". A parlare è Gigio Traini, presidente della pallanuoto jesina.

Traini lei sostiene che si è arrivati a toccare il fondo.

"Dopo la chiusura della piscina dorica dove anche la Jesina pallanuoto si allenava la stessa Ancona è stata costretta a migrare a Firenze (domenica, oggi per chi legge). Osimo e Tolentino sono dovuti andare a giocare a Bologna. Dal 2001 che quell’impianto è stato aperto tutta la pallanuoto di alto livello e io dalla serie B in su si è giocata lì. Gli atleti si sono allenati lì ad Ancona. Ora che non è più possibile perchè il Passetto ha avuto problemi come può capitare negli anni ci rendiamo conto di tutti i limiti e difficoltà che questo sport e soprattutto i tanti ragazzi che lo praticano dobbiamo affrontare. Ci accorgiamo cioè che mancano le strutture per la pallanuoto".

Dove vuole arrivare?

"A dire che quando si costruiscono delle piscine bisognerebbe farlo in maniera adeguata per tutti gli sport natatori non solo per il nuoto o il fitness o gli anziani e disabili, ma anche la pallanuoto. Soprattutto una struttura nuova e che si va a ristrutturare (come avvenuto in quella di Jesi dove la pallanuoto non si allena più, ndr). Questo non accade però. Si fa una piscina a Fano, molto bella, sicuramente utile alla città, ma una parte è alta un metro e quaranta e anche lì la pallanuoto seppur di basso livello non si può fare. Si sta facendo una piscina a Macerata che pure non sarà adatta per la pallanuoto di alto livello".

Quindi?

"Urgono interventi urgenti se non vogliamo far morire la pallanuoto di alto livello perché è fisiologico che negli anni una piscina possa chiudere qualche giorno qualche settimana anche dei mesi per lavori di ristrutturazione ma come regione dobbiamo poter avere l’alternativa per far giocare i nostri ragazzi. Se ci fosse stata allora Tolentino sarebbe andato a giocare a Macerata, Osimo a Pesaro".

Lei però ha un sogno che riguarda un nuovo impianto.

"Sì sogno una grande piscina olimpionica da fare a Jesi".

Proprio a Jesi, in casa?

"Sì, ce lo insegna Amazon, Jesi è un punto strategico per tutta la regione e non esiste una vasca da 50 metri coperta se non a Pesaro con un pallone pressostatico che non può ospitare manifestazioni invernali e non ha le attrezzature specifiche. Jesi sarebbe la zona giusta per ospitare tutto il nuoto marchigiano ma anche quello Umbro e Abruzzese dove non ci son vasche simili. Diventerebbe il punto di riferimento di questa macro regione".

E i costi?

"I fondi ci sarebbero, dipende dalle priorità. Sicuramente una piscina olimpionica coperta assicurerebbe benefici al territorio".

Sara Ferreri