Quando ballare significa ribellarsi

Il ruolo dei dj in discoteca come protagonisti degli eventi, con la capacità di coinvolgere i giovani attraverso la musica. La nascita della disco music con David Mancuso. La rivolta in Iran nel 2023 legata alla danza di Booghy, diventata simbolo di protesta. Le reazioni delle autorità e la diffusione virale del fenomeno, con il supporto di personaggi influenti come il dj Mohammad Agaptour e il calciatore Salar Aghapour. La danza di Booghy diventa un fenomeno popolare, arrivando anche sul New York Times.

I dj in discoteca sono considerati i protagonisti degli eventi. Con le loro raffinate tecniche di mixaggio della compilation di brani riescono a catturare l’attenzione dei giovani che si lasciano trasportare in balli scatenati. Il primo dj della storia è stato l’americano David Mancuso, un "disc jockey". È considerato il pioniere della disco music, precursore della cultura underground e padre della musica da disco. Colui che ha permesso ai giovani di scatenarsi sulle note delle canzoni più amate. E sulle note di brani hip-hop, della musica house o Edm migliaia di giovani ballano. Ma musica e danze non sono solo divertimento. In Iran nel 2023 è nato un nuovo tipo di rivolta, ballare la danza di Booghy. Amu Booghy è un pescivendolo che ha iniziato a ballare davanti a tutti al mercato ittico della città di Rasht, con una musica hip-hop di sottofondo. Il video è diventato virale, accumulando milioni di visualizzazioni. L’episodio è diventato il principale segno di rivolta in Iran. Secondo le autorità religiose, infatti, in Iran ballare in pubblico non è legale e così il pescivendolo è stato interrogato e la sua pagina Instagram oscurata. La storia di ha fatto molto scalpore, soprattutto grazie a Mohammad Agaptour, dj del posto con circa 400mila follower, e a un giovane calciatore iraniano, Salar Aghapour, che ha postato un remix del ballo che ha ricevuto 80milioni di visualizzazioni. E così la danza di Booghy è diventata popolare tanto da finire in un articolo del New York Times. Federico Gagliardini

e Emma Nardozi,

classe 3BOS