Quel turismo sanitario di cui vorrei fare a meno

Riccardo Bellucci racconta la sua esperienza di "turismo sanitario" nelle Marche, dovuto all'impossibilità di trovare presidi sanitari anconetani disponibili. Un'esperienza che gli ha permesso di scoprire le bellezze del territorio, ma che lo porta a chiedersi se le disfunzioni della sanità siano volute per favorire la valorizzazione del territorio.

Quel turismo sanitario di cui vorrei fare a meno

Quel turismo sanitario di cui vorrei fare a meno

"Sono impegnato da tempo (causa impossibilità di trovare presidi sanitari anconetani disponibili a breve per l’espletamento dei miei improrogabili esami clinici) in un “turismo sanitario” a 360° nella nostra Regione, che mi consente di (ri)scoprire le bellezze del nostro territorio.

E così, tra una Tac presso l’Ospedale di Sassocorvaro (imperdibile la visita alla Rocca), un’ecografia ad Ascoli Piceno (seguita da un’aperipranzo allo storico Caffè Meletti) e un’esame radiografico in un Poliambulatorio di Macerata (in tarda serata, ma in tempo utile per gustare la “Traviata” allo Sferisterio), mi dico: ma quanto sono belle le Marche! Maledicendo le disfunzioni della nostra Sanità, ma ringraziando (sotto sotto) Acquaroli e Saltamartini che mi consentono, con la loro inerzia e inefficienza, tutti questi piacevoli svaghi.

A questo punto, però, mi chiedo: non è che lo facciano apposta per favorire la valorizzazione del nostro magnifico territorio marchigiano?".

Riccardo Bellucci