
Raddoppio Rfi, il Tar Lazio prende tempo
Apertura delle buste oggi per la gara dei lavori che porteranno al raddoppio ferroviario della Orte Falconara, nel tratto Genga-Serra Quirico. Era attesa per ieri la sentenza del Tar Lazio sul ricorso del Comune di Serra San Quirico appoggiato dal comitato Gola della Rossa contro il progetto presentato da Rfi. La discussione davanti al tribunale amministrativo della capitale è stata lunga (circa 3 ore) al termine dell’udienza, attorno alle 15,30, i giudici si sono riservati la decisione che potrebbe essere comunicata entro un paio di settimane. "La discussione è stata piuttosto lunga e gli avvocati hanno potuto discutere nel merito le varie questioni – spiega il sindaco Tommaso Borri –. Al momento non trapela nessun orientamento, attendiamo la decisione che dovrebbe arrivate nei prossimi giorni". Intanto sulla questione a replicare al sindaco Tommaso Borri sostenitore del progetto alternativo redatto dall’ingegner Massimo Belcecchi è l’ingegner Lorenzo Catraro, co-redattore del protocollo d’Intesa del raddoppio Orte- Falconara. "Il sindaco Borri – rimarca Catraro - continua a dire che il Comune sostiene il tracciato alternativo proposto dall’Ingegner Belcecchi: ma il consiglio comunale di Serra San Quirico non ha mai approvato con un atto ufficiale questo progetto alternativo. Tanto è vero che nella determinazione conclusiva della conferenza dei servizi del 26 aprile viene detto che non sono pervenute osservazioni eo pareri da parte del Comune di Serra San Quirico’. In ogni caso il progetto alternativo è stato valutato con esito negativo dai progettisti durante il dibattito pubblico, come pure sono state valutate le altre proposte e osservazioni avanzate e dove possibile accolte. I progettisti sono intervenuti spesso sul territorio a spiegare il progetto e le scelte e le approvazioni rilasciate dagli Enti coinvolti sono state tutte meditate. Borri – aggiunge Catraro - è stato sempre, coerentemente, contrario all’opera e lo dice indirettamente ma chiaramente quando afferma che ‘Riuscire a realizzare l’opera entro il giugno 2026 è impossibile’. Ma studiare da zero un nuovo progetto che richiederebbe almeno due anni, permetterebbe di realizzare il raddoppio entro il 2026? E con quali soldi, visto che perderemmo i fondi del Pnrr? Aver sempre opposto un no al progetto ha fatto rinviare la chiusura del passaggio livello di stazione, perdere al Comune di Serra l’opportunità di opere compensative e la capacità di affrontare seriamente e velocemente tutte le questioni connesse al raddoppio, a partire dalla necessità di dare casa a chi si vedrà demolita la propria".
Sara Ferreri