"Renato Zero? Ma no, sono il sosia". La storia di Marco Savino Lattanzio

Lo scambiano per il cantautore, ma lui è un ex parrucchiere: "Un’esperienza che va avanti da quando ero giovane".

"Renato Zero? Ma no, sono il sosia". La storia di Marco Savino Lattanzio

"Renato Zero? Ma no, sono il sosia". La storia di Marco Savino Lattanzio

di Nicolò Moricci

Da lontano, sembra proprio lui. E in tanti lo hanno notato, qualche giorno fa, in centro "È lui, o non è lui?", si domandava la gente seduta ai tavolini del Giuliani. E poi il parlottio per Corso Garibaldi: "Guarda, c’è Renato Zero. Ma che ci fa qua?". Ad un tratto, qualcuno prende coraggio, si avvicina a quel signore e gli chiede una foto. Lo pseudo Renato si ferma, toglie gli auricolari e fuga ogni dubbio: "Mi dispiace, non sono Renato Zero. Sono un sosia". Si chiama Marco Savino Lattanzio il sosia di Renato Fiacchini, vero nome del grande Renato Zero, che ha da poco fatto uscire il suo ultimo cd, ´Autoritratto´. I negozianti che l’hanno visto passare pensavano fosse proprio lui. Tanto che qualcuno gli ha scattato persino alcune foto. Ma il signor Lattanzio, ex parrucchiere (aveva negozi in tutta la provincia), non ha nulla da spartire con il cantante romano de ´I migliori anni´. "Sono pure stonato", scherza. Il Carlino l’ha incontrato in piazza della Repubblica (che presto potrebbe diventare piazza Corelli o piazza del Teatro, ma questa è tutt’altra storia).

"Sono nato a Milano, ma abito a Sirolo – comincia a raccontare –. Sulla somiglianza con Renato Zero mi piace giocare. È una storia che va avanti da quando ero giovane. In tanti mi fermano per strada, ma io preciso sempre di non essere il vero Renato, anche per un fatto di correttezza e di copyright. ´Dai, so’ Renatino´, faccio io". Immaginate la scena: un finto Renato Zero e una vera Gianna Nannini che entrano al ristorante ´La Torre´, a Numana. Oppure Checco Zalone (quello vero) che rimane stupito alla vista di un autista sosia del Re dei sorcini: "Io sono grande amico dell’assistente di Gianna Nannini e lei passa spesso a trovarmi. È molto carina, una persona davvero a modo, siamo amici. Con Checco Zalone? Quante risate". Lattanzio, nel ‘97, ha vinto un miliardo di lire, ma "ho fatto tanti errori. Sono ripartito da zero e ora lavoro nelle produzioni teatrali. Un giorno, è successo che dovevo andare a prendere Zalone in albergo, a Servigliano. Lui mi ha visto e ha sgranato gli occhi: ´Renato Zero che viene a prendere Checco Zalone?´, ha detto. Poi, gli ho spiegato che non era come sembrava. All’aeroporto di Tirana, ero con i bagagli al check-in e una signora ha cominciato a strillare: ´Renato mia mamma è pazza di te´. Avevo intuito ce l’avesse con me. Ho mollato tutto e ho chiarito l’equivoco, ma lei ha voluto per forza un selfie".

Lattanzio ora lavora anche alla Iad, un’immobiliare a domicilio: "Vorrei scrivere un libro sulla mia vita. Quando ti ritrovi un miliardo tra le mani è facile commettere degli sbagli, come ho fatto io. E vorrei che la mia esperienza fosse utile".