
Jesi, l’attore in piazza Federico II per il festival Pergolesi Spontini: "Questa è una terra bellissima"
Sergio Rubini torna nelle Marche per il Festival Pergolesi Spontini: l’attore e regista porterà oggi alle ore 21 in piazza Federico II ´Le città invisibili´, di Italo Calvino. Rubini sarà in scena con Michele Fazio (al piano), per la 24esima edizione della rassegna. Nel recital, realizzato per i 100 anni dalla nascita dello scrittore, i dialoghi fra Polo e il Khan sono stati scomposti e ricostruiti lasciando per lo più integro il testo originale: narrazione, musica e immagini si intrecciano in una partitura unica fatta di suoni e parole. Uno spettacolo elegante e sottilmente imprevedibile.
Rubini, cosa dobbiamo aspettarci?
"Un viaggio nel libro di Calvino, uno spettacolo sensoriale. La letteratura di Calvino non nasce dalla consapevolezza della mente, ma da quella dello scrittore, passa direttamente dalla mente alla penna, senza passare per la consapevolezza. È una letteratura molto figlia della letteratura, è sensoriale. Il libro di Calvino è fantastico nel fantastico, rende visibile l’invisibile. E con Fazio vogliamo restituire questo labirinto di emozione, stupore e sgomento che ha a che fare con una dimensione sensoriale".
Che libro ha sul comodino?
"Da ragazzo leggevo i grandi classici: inglesi, francesi e soprattutto russi. Poi, ho cominciato ad amare anche gli americani e gli italiani. Sono diventato un assiduo lettore, ma da tre anni ho meno tempo. Ora sto ultimando un film su Leopardi che mi impegna tanto".
E che ha girato a Recanati…
"Sì, e che porterò al festival del cinema di Venezia. Poi, per il cinema, sarà la volta di un progetto con Massimo Popolizio, ´La camera di consiglio´, regia di Fiorella Infascelli".
E Jesi?
"Non la conosco, ma con le Marche ho un rapporto intenso, le amo. Mio padre era ferroviere e quando viaggiavamo da Bari a Bologna stavamo in cuccetta. Ad Ancona, l’Italia si trasformava: la scenografia, le città, il mondo cambiava. Arrivare ad Ancona era l’inizio di un viaggio nell’altrove, l’inizio delle vacanze. E quando al ritorno ci ripassavo mi sembrava di trovare un luogo familiare. Reputo Ancona una città di mezzo. Le Marche, anzi la Marca, è regione di frontiera, a metà, né nord né sud. Non è papalina ma lo è stata. Una terra bellissima, la regione coi teatri più belli d’Italia. Ci sono quelli piccolissimi come bomboniere e quelli maestosi e grandissimi".
Nicolò Moricci