Schiaffo alla storia. Non soltanto l’Anfiteatro, tutta l’area archeologica è sommersa dalle erbacce

Da una parte l’amministrazione comunale che vuole valorizzare il sito, dall’altra l’incuria a cui la Soprintendenza ci ha ormai abituato da anni.

Schiaffo alla storia. Non soltanto l’Anfiteatro, tutta l’area archeologica è sommersa dalle erbacce

Schiaffo alla storia. Non soltanto l’Anfiteatro, tutta l’area archeologica è sommersa dalle erbacce

Mesi di abbandono non potevano che produrre degrado nell’area archeologica di Ancona. Dall’Anfiteatro alle Terme la situazione è fuori controllo, ma soprattutto la fruibilità del sito storico resta off limits. In attesa di capire quale sarà il cartellone dell’estate all’interno dell’Anfiteatro, grazie alla collaborazione di Tau (Teatri antichi uniti), la situazione all’interno dell’area archeologica per eccellenza resta nel limbo. Come era normale che fosse, la mancata manutenzione ordinaria sta mostrando la parte meno decorosa di un’attrazione turistica da sempre poco valorizzata e sfruttata. Con le piogge delle settimane scorse e l’alternanza di clima, la vegetazione spontanea è cresciuta a dismisura tanto da coprire in parte i resti storici.

A proposito di teatro, la vecchia gradinata appoggiata al muro di cinta della struttura resta in stato di totale abbandono, nessuno l’ha rimossa e non sono al momento previsti interventi di bonifica. Impossibile sapere dalla Soprintendenza unica delle Marche tempi e modalità di intervento in tal senso. L’unica certezza è che a fine aprile la situazione fotografata dal Carlino è di stallo totale. Nell’area principale, quella dell’ex carcere, il verde sta coprendo tutto e i cancelli del sito sono rigidamente chiusi. Ieri mattina una scolaresca è rimasta a lungo all’esterno dell’Anfiteatro per poi fermarsi all’ombra della chiesa di Santa Palazia, anch’essa chiusa da parecchio tempo, per fare la merenda. Entrare dentro e ammirare la storia? Impossibile.

Tra le linee guida dell’amministrazione era stato annunciato anche un cambio di passo proprio sulla fruizione di uno dei beni culturali più importanti della città, di fatto poco sfruttato, più o meno come accadeva prima. Tornando sul degrado, la situazione è drammaticamente la stessa anche nella parte dell’ingresso al foro, davanti alla sede della curia. L’ambiente dei mosaici, davvero splendidi, è minacciato dalle erbacce, così come tutto il resto degli scavi. L’ingresso del sito, come sempre ingolfato dalle auto in sosta, vede la presenza di una vegetazione selvaggia in grado di superare il metro di altezza. Il sito può anche restare chiuso, ma il decoro dell’intera area andrebbe salvaguardato a tutela dei visitatori.

Pierfrancesco Curzi