"Sogno Abissi Notturni", Florilegio con un album pop psichedelico

"Sogno Abissi Notturni", Florilegio  con un album pop psichedelico

"Sogno Abissi Notturni", Florilegio con un album pop psichedelico

In tempi di rap e trap, di canzoni fatte col rimario e il solito ritmo di sottofondo, c’è chi sceglie vie più complesse, musicali e testuali, rifacendosi anche alla psichedelia.

E’ il cantautore anconetano Matteo Polonara, che dietro lo pseudonimo Florilegio di recente ha pubblicato il suo primo disco, ‘Sogno Abissi Notturni’. In realtà nel 2019 c’era stato ‘Nella Vasca o nel Giardino di Fianco?’, uscito a nome Matteo Polonara & Mataara Trio. Ma da allora molte cose sono cambiate.

"l progetto Florilegio nasce nel 2021 – racconta Polonara -, e benché il chitarrista Davide Ballanti e il batterista Alessandro Della Lunga facevano parte anche del gruppo precedente, il sound di Florilegio è molto diverso. Quello del primo disco era un suono ancora acerbo. ‘Sogno Abissi Notturni’, prodotto da Pierpaolo Ovarini, è un concept album di pop psichedelico, la cui copertina, così come quella dei quattro singoli estratti, rispecchia l’atmosfera delle canzoni, che è appunto psichedelica, onirica".

Polonara usa il termine ‘vintage’, per riferirsi a certe sonorità degli anni ‘60 e ‘70. "In realtà il disco nasce da influenze diverse. Ci sono il jazz e il blues, ma anche un’elettronica più moderna. Io ho scritto musiche e testi, ma gli altri membri della band hanno messo del loro. C’è anche il cantautorato: da Mac DeMarco a Lucio Battisti e Enzo Carella".

I pezzi di Polonara, "giocano sul contrasto tra musiche rock, ‘cariche’, e testi disillusi, estremamente autobiografici, che parlano ad esempio della difficoltà di comunicare, come nel singolo ‘Non ci capiamo più’. Io ho iniziato a scrivere da bambino, per combattere le mie introversioni. Fare musica per me più che terapeutico è un esorcismo. Ho difficoltà a esprimermi ‘normalmente’. Con la musica va meglio".

L’anno scorso Polonara si è esibito al Lazzabaretto. "Un luogo che amo, come la mia città, dove è bello tornare a suonare. Spero di farlo ancora".

Raimondo Montesi