Ventisei ammonimenti in dieci mesi. E’ il bilancio della prevenzione posta in essere dalla questura per tutelare le donne vittime di violenza domestica e atti persecutori. Un intervento al primo sintomo di pericolo, prima cioè che la lesione della loro libertà sessuale, di autoderminazione e di movimento, venga annullata da un uomo che rischia di diventare il loro carnefice. Un anno fatto di ascolto, colloqui, istruttorie dell’ufficio misure di prevenzione, insieme alle donne e per le donne che si sono rivolte alla polizia e alle altre forze dell’ordine.
Tra gli interventi che hanno riguardato il territorio ci sono storie diverse: la donna 40enne maltrattata dal proprio compagno, la giovane studentessa che non riesce a liberarsi dall’ex fidanzato, la commessa trentenne perseguitata dall’ex datore lavoro, il figlio che molesta madre e sorella per avere soldi. Storie di quotidiana sofferenza sconfitta dal desiderio di reagire di donne forti che decidono di riprendere in mano la loro vita e di uomini che comprendono il disvalore delle loro condotte e cessano di commettere atti pericolosi per l’integrità delle vittime. La polizia non ha registrato nessuna recidiva in un anno sulle misure prese.