Suicidio nel carcere di Montacuto, Garante dei detenuti interviene

Il suicidio di un detenuto nel carcere di Montacuto ha portato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, a fare una riflessione sulla tragedia. Il Garante dei detenuti ha espresso solidarietà verso gli agenti e il personale dell'istituto e ha posto l'accento sulla necessità di conoscere la situazione giuridica del ragazzo e i motivi della detenzione.

Sul suicidio nel carcere di Montacuto è intervenuto abche Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che aggiunge un tassello importante sulla tragedia: "Lo stesso recluso, in precedenza, era stato protagonista di una violenta aggressione nei confronti di un operatore di Polizia penitenziaria – afferma De Fazio – Se il 2023 negli istituti di pena italiani si è chiuso con 68 suicidi fra i detenuti e uno fra gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria e ben tre omicidi nelle carceri (Velletri, Genova e Viterbo, ndr.), l’anno 2024 si apre nel peggiore dei modi con sommosse, suicidi e morti quantomeno dubbie".

Una serie di eventi, messi in fila uno dietro l’altro e che iniziano a rappresentare un problema nella casa circondariale di Ancona. La notizia di quanto accaduto l’altro ieri a Montacuto ha raggiunto ovviamente anche il Garante dei detenuti: "La notizia del suicidio – spiega Giancarlo Giulianelli – giunge dopo altri due preoccupanti episodi per i quali ci sentiamo di esprimere tutta la nostra solidarietà verso gli agenti e il personale dell’istituto. Ovviamente la morte del ragazzo merita, in questo momento, un’attenzione particolare. Prima di tutto va ricordato che nessuno poteva prevedere un gesto di questo tipo, non essendo il detenuto di Montacuto a rischio suicidario. Chiaramente quando un ragazzo si toglie la vita, avendo un residuo di pena di soli otto mesi, la prima cosa che viene da chiedersi, come avvocato e come Garante, è perché si trovasse in carcere. Non conosciamo la sua situazione giuridica, i suoi precedenti, le condanne riportate e se sussistevano motivi ostativi all’applicazione della misura alternativa alla detenzione. Questa mancata conoscenza, però non può non consentirci di entrare in un argomento molto importante".