GIUSEPPE POLI
Cronaca

Tommaso Marini: "Alle Olimpiadi di Parigi con le Marche nel cuore"

La stella del Club Scherma Jesi torna a brillare e guarda ai Giochi in Francia "Io, Gimbo e Sofia Raffaeli: speriamo di fare un regalo alla nostra regione" .

Tommaso Marini: "Alle Olimpiadi di Parigi con le Marche nel cuore"

Tommaso Marini: "Alle Olimpiadi di Parigi con le Marche nel cuore"

Tommaso Marini, il fioretto d’oro delle Marche, nel weekend a Parigi s’è tolto diverse soddisfazioni: ha vinto una tappa di Coppa del Mondo, è salito su un podio tutto tricolore – quattro azzurri a medaglia nel fioretto individuale – e s’è qualificato con la squadra per le Olimpiadi di Parigi, pur non conquistando nessuna medaglia in questa seconda circostanza. La spalla operata l’estate scorsa sta benone, la stella anconetana del Club Scherma Jesi è tornata a brillare e guarda verso le Olimpiadi di Parigi, maturando la convinzione che rappresentare Ancona e le Marche sarà anche una responsabilità, oltre che un divertimento da vivere poi con la consueta leggerezza.

Marini, com’è il suo bilancio di questa tappa parigina di Coppa del Mondo?

"Sicuramente positivo. Ottimo per la gara individuale, ho tirato molto bene, anche se non così bene all’inizio. Ma il fatto di essermi ripreso e di avere trasformato l’insicurezza in qualcosa di positivo è un buon segnale. Non benissimo, invece, la gara a squadre. Ci saranno da vedere un po’ di cose, ma intanto ci siamo qualificati per le Olimpiadi". Domanda scherzosa: nel poker d’assi vincente a Parigi lei quale asso è?

"L’asso di cuori".

Vincere a Parigi, con "i francesi che s’incazzano", come dice la canzone di Paolo Conte, dà maggiore soddisfazione?

"Sì, anche se poi contro i francesi con la squadra abbiamo perso. I francesi, quando hanno visto che nella gara individuale, sul podio, eravamo quattro italiani, hanno staccato la diretta, impedendo a tanti italiani di seguire la finale. Gli abbiamo dato un po’ fastidio. Meglio così". Con il pass per Parigi già in tasca, i prossimi mesi saranno più leggeri?

"Non credo, perché è comunque importante continuare a fare bene, per il ranking che per la sicurezza personale, sicuramente dobbiamo ancora lavorare tanto. Esserci è comunque una bella cosa, ci siamo tolti un piccolo peso, anche se sapevamo che ci saremmo qualificati". Quattro italiani e due italiane sul podio: che cosa significa?

"Significa che stiamo lavorando bene, che l’Italia è sempre un passo in avanti, che ha qualcosa che le altre nazioni non hanno e che ci stanno cercando di sottrarre. Parlo dei tecnici italiani, che hanno molte nazioni o che vorrebbero avere. In questo, nei maestri, siamo molto più avanti rispetto agli altri. Ma non è mai scontato vincere".

In finale per l’oro per lei è stato più facile affrontare un compagno di squadra?

"No, è sempre difficile incontrare un connazionale, ci si conosce bene, ci si allena insieme e poi non abbiamo il maestro a fondo pedana. Ma devo dire che il livello generale della scherma si è molto alzato, è sempre difficile competere contro chiunque, specie in finale". Come sta la spalla operata?

"Bene. Non è ancora al 100% ma siamo nella giusta direzione. Mi manca pochissimo per dire di essere tornato come prima". A dicembre ha partecipato a un altro appuntamento di Coppa del Mondo: cos’è cambiato in un mese?

"Tanto. Ho tirato di più, in Giappone avevo cominciato a tirare da poche settimane ed era andata anche discretamente bene, ero già soddisfatto del risultato. In questo mese però mi sono allenato molto, la spalla s’è sciolta sempre di più, a livello fisico sto sempre meglio e così i risultati, per fortuna, si sono visti".

Se la sente addosso questa responsabilità di numero uno degli azzurri del fioretto?

"No, assolutamente no. Però dovrei cominciare a sentirla. Non ci faccio tanto caso, ma anche per la gara a squadra forse dovrei realizzarlo".

Più onere o più onore, più responsabilità o più opportunità?

"Entrambe le cose. Sicuramente mi fa piacere e sono felice di poter essere una delle punte di diamante della scherma italiana. Però ogni cosa ha due lati, e c’è anche responsabilità. Le persone si aspettano sempre qualcosa da me e devo imparare a gestire bene tutto questo meccanismo. Devo imparare. Con calma, ma neanche troppa".

Per le Marche potrebbe essere un anno olimpico con il record di partecipazioni: a chi si sente più vicino, pur considerato che in molti devono ancora conquistare il pass definitivo?

"Conosco bene Gimbo Tamberi, poi Sofia Raffaeli, visto anche che suo fratello fa scherma a Jesi. Loro soprattutto. Ma noi marchigiani ci sentiamo molto uniti, pronti per partire e divertirci e poi speriamo di fare anche qualcosa di più per questa regione". Come si svolge la sua giornata tipo?

"Sveglia non troppo presto, faccio colazione e poi vado ad allenarmi, un paio d’ore. Poi torno a casa, cucino, pranzo, e mi riposo. Alle 17 torno in palestra e finisco alle 20.30. Poi di nuovo a casa, cucino, mangio e vado a dormire. La vita degli sportivi, non soltanto di quelli che vincono". Quali saranno i prossimi appuntamenti che la condurranno verso Parigi?

"La tappa di Coppa del Mondo a febbraio a Torino, poi un’altra al Cairo sempre a febbraio. Quindi a marzo Washington, e un altro paio di appuntamenti, il primo a Shangai e il secondo ancora in ballo. Poi gli Europei a giugno".