Trapianto di fegato per un tumore. La guarigione, poi le nozze: "Vi racconto la mia rinascita"

Ecco la storia a lieto fine di Silvia a 18 anni da quella diagnosi e a 9 anni dal trapianto con il prof Vivarelli. "Senza quella donazione non sarei qui insieme a voi. Da quel giorno questa è l’unica vita che conosco"

Ancona, 16 aprile 2024 – La storia di Silvia in occasione della Giornata Nazionale per la Donazione e il Trapianto di Organi e Tessuti: "Da quel giorno questa è l’unica vita che conosco". L’importanza di donare racchiusa nell’esempio di dono fatto a una ragazza il cui cammino doloroso è iniziato tanti anni fa, nel lontano 2006, quando le viene diagnosticata una malattia molto seria allo stomaco: "Senza quella donazione io oggi non potrei essere qui insieme a voi. Da quel giorno è iniziata la mia vera vita" sono le parole della giovane sottoposta a trapianto di fegato.

A sinistra, l’equipe del prof Marco Vivarelli, direttore della Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti. A destra, Silvia
A sinistra, l’equipe del prof Marco Vivarelli, direttore della Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti. A destra, Silvia

Tornando a quasi vent’anni fa, dopo l’intervento chirurgico e le necessarie terapie, durante i controlli routinari, gli specialisti del Salesi dove era in cura l’allora piccola paziente scoprono che il fegato presenta alcune lesioni importanti. Gli oncologi del Salesi cercano di controllare la malattia, ma questa progredisce inesorabilmente. Nel novembre 2014, la paziente effettua una TAC di follow-up che dimostra una ulteriore progressione della malattia. Silvia è stanca perché la malattia le procura nausea severa, vomito e un forte dolore all’addome superiore. I farmaci non bastano più a calmare il dolore. In questa fase i medici del Salesi riferiscono la paziente al direttore della Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti, il prof Marco Vivarelli. Dopo una valutazione multidisciplinare Vivarelli propone un intervento chirurgico che abbia lo scopo di ridurre il dolore. L’obiettivo è lasciare la sola malattia all’interno del fegato, migliorare la sua qualità di vita e portarla al trapianto di fegato.

L’intervento viene effettuato all’inizio di dicembre 2014; viene asportata la metastasi così come i linfonodi dello stomaco. Tenendo conto della giovane età, della malattia ora confinata solo al fegato e dal lungo intervallo di tempo, circa 9 anni, intercorso tra la prima diagnosi infausta e l’intervento chirurgico descritto, la paziente viene inserita in lista di attesa per trapianto di fegato. Due mesi dopo, nel gennaio 2015, il prof Vivarelli e la sua equipe eseguono, con successo, il trapianto. Si tratta del primo trapianto al mondo per metastasi epatiche, causate dalla malattia che ha colpito Silvia e insorto in età pediatrica.

L’evento ha una tale rilevanza internazionale che Vivarelli, dopo 4 anni di follow up, pubblica il caso clinico su una prestigiosa rivista scientifica, l’American Journal of Transplantation. A oggi, dopo quasi 18 anni dalla diagnosi iniziale e a 9 anni dal trapianto di fegato, la giovane paziente, ormai diventata grande, gode di ottima salute, è convolata a giuste nozze e, soprattutto, è completamente libera da malattia.