Tre Valli deve restituire un maxi contributo

Cooperlat non avrebbe rispettato gli standard di qualità nella stalla di Serra de’ Conti: dovrà dare indietro 616mila euro di fondi europei

Tre Valli deve restituire un maxi contributo

Uno dei camioncini della Tre Valli per la distribuzione dei prodotti caseari

La stalla di Serra de’ Conti che fornisce il latte secondo l’ufficio europeo antifrode (Olaf) non ha rispettato l’impegno assunto di garantire elevati standard di benessere degli animali, la Cooperlat TreValli deve restituire oltre 616 mila euro facenti parte di un contributo totale di 2 milioni 326mila euro e 977 euro di fondi europei. Lo dispone il decreto del dirigente della direzione agricoltura e sviluppo rurale che, nelle scorse settimane, ha dichiarato la decadenza delle domande di sostegno relative alle annualità, tra il 2017 e il 2021, presentate dalla ditta Cooperlat a valere sul bando dei progetti integrati alimentari Pif. Una nuova grana per la società che, a maggio scorso, è stata travolta dall’indagine soda caustica nel latte di una sua controllata pesarese. La Regione ha quindi comunicato la revoca del contributo totale di 2 milioni 497mila euro da restituire all’Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ente di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’agricoltura e organismo pagatore per la Regione Marche.

Il 18 luglio dello scorso anno l’Agea ha sospeso i procedimenti di erogazione in via cautelativa sulla base delle notizie desunte dal rapporto Olaf che segnalava un’ipotesi di indebita percezione, da parte della Cooperlat degli importi erogati per il periodo dal 2018 al 2021 per violazione delle disposizioni in materia di partecipazione al regime di qualità della Regione Marche denominato ’Qm’ disciplinare di produzione ’Latte crudo e fresco pastorizzato di alta qualità’, riconosciuto anche dall’Ue.

"La percezione di quei fondi, - si legge nel decreto del dirigente della Regione - presuppone il rispetto del benessere degli animali e dell’ambiente da parte dei soci conferitori della materia prima. Dagli accertamenti degli ispettori Olaf risulta il mancato rispetto delle condizioni previste per il finanziamento, poiché la Cooperlat ha, tra i suoi soci conferitori di latte ’Qm’, la stalla che è destinataria anch’essa delle indagini Olaf. La Commissione Europea ha infatti comunicato, gli esiti dell’indagine Olaf a carico della ditta Stalla San Fortunato da cui emerge che, dal 9 ottobre 2018, non è stato rispettato l’impegno assunto di garantire elevati standard di benessere degli animali per un periodo di 5 anni".

E che "la stalla non ha rispettato nemmeno i requisiti minimi di benessere degli animali, tenendoli in condizioni malsane e pericolose (periodo 2018 – 2021) pertanto, Cooperlat non poteva fregiarsi del marchio ‘Qm’ e ha indebitamente percepito contributi".