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Truffa e riciclaggio, blitz della Finanza. Sequestrati beni per 15 milioni di euro
Chi investiva pensava di farlo in azioni di una società che spaziava dal commercio del grano a quello dell’oro. In realtà quel denaro sarebbe finito solo nelle tasche di un imprenditore italiano, amministratore di una società di diritto inglese sprovvista delle autorizzazioni dell’autorità di vigilanza e attiva nella raccolta del risparmio per ingenti importi da ignari investitori. Un imprenditore che si era creato un vero e proprio tesoretto immobiliare. Dopo le quattro misure cautelari emesse dal gip di Ancona nel febbraio scorso, che portarono tre marchigiani (un anconetano, un fanese e un senigalliese) all’obbligo di dimora e un romano agli arresti domiciliari, è stato disposto il sequestro di un patrimonio immobiliare del valore di oltre 15 milioni di euro tra alberghi, case vacanze e fabbricati.
Si allarga l’inchiesta "Ghost broker" del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Ancona e arriva fino al Lazio interessando anche la procura di Roma oltre che quella dorica. Il valore fatto mettere sotto chiave dal gip romano ammonta a 15.550.000 euro. Attirata da facili guadagni una ignara clientela ha investito in azioni di una società che sarebbe solo una scatola vuota e che avrebbe fatto girare denaro immettendo ogni volta vittime nuove nel circuito (il classico schema Ponzi). Le fiamme gialle doriche, mediante articolate indagini patrimoniali e bancarie, hanno costatato il reato di truffa e autoriciclaggio all’imprenditore italiano, originario di Roma e finito a febbraio ai domiciliari. A lui sono stati sequestrati 35 immobili che si trovano in provincia di Roma e Agrigento tra cui diversi fabbricati residenziali e case vacanze, una struttura alberghiera, autovetture e veicoli commerciali per un valore complessivo stimato in oltre 12 milioni di euro. Altre 14 persone risultano indagate. Sotto accusa ci sono broker ed ex direttori di banca.
ma. ver.