Una giornata per Carlo Urbani. L’infettivologo Matteo Bassetti:: "Ha salvato il pianeta dalla Sars"

Così il consiglio regionale ha voluto ricordare il medico eroe di Castelplanio a 21 anni dalla morte. Il figlio Luca: "Mi impegno a portare avanti i suoi valori. E lo faccio anche per le nuove generazioni". .

Una giornata per Carlo Urbani. L’infettivologo Matteo Bassetti:: "Ha salvato il pianeta dalla Sars"

Una giornata per Carlo Urbani. L’infettivologo Matteo Bassetti:: "Ha salvato il pianeta dalla Sars"

Era solo un medico? No, era molto di più: 21 anni senza Carlo Urbani, esempio di coraggio e solidarietà, "l’infettivologo italiano più famoso al mondo" (lo definisce così Matteo Bassetti), morto di Sars, la malattia che egli stesso contribuì ad isolare. È con una seduta aperta che il Consiglio regionale delle Marche ha voluto ricordare il medico di Castelplanio, scomparso nel 2003, dopo un ricovero, il suo, che non riuscì a strapparlo alle grinfie della morte. Ieri, alle 10, la quarta giornata regionale a lui dedicata. Visibilmente emozionato il figlio del noto scienziato, Luca, intervenuto dopo la proiezione di un estratto del documentario "Carlo Urbani. Ho fatto dei miei sogni la mia vita" (di Riccardo De Angelis e Romeo Marconi). Luca, vice presidente dell’associazione italiana Carlo Urbani, ha commentato sorridente così: "Mio padre era convinto che la medicina non fosse solo una professione, ma una missione di vita. Durante la sua carriera con Medici senza frontiere (Msf) e come funzionario dell’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha affrontato sfide gravi e complesse. Sono stati il suo coraggio e la sua prontezza a combattere la Sars e a lasciare un segno indelebile nel mondo. Riflettiamo sulla sua eredità di passione, di integrità e di dedizione verso il prossimo. Ogni individuo può fare la differenza per migliorare il mondo. Da figlio, mi impegno a portare avanti i suoi valori. E lo faccio anche per le nuove generazioni". Centinaia i ragazzi collegati da remoto, anche perché tre sono le scuole intitolate ad Urbani ("una a Jesi, una a Moie di Maiolati e una a Porto Sant’Elpidio", hanno ricordato dall’Ufficio scolastico regionale). Sui giovani si è soffermato il sindaco di Castelplanio, Fabio Badiali, invitandoli al Museo. "Urbani attivò in Vietnam un metodo anti-pandemie per proteggersi e proteggere – ha riflettuto Matteo Bassetti, direttore Clinica malattie infettive dell’Irccs Policlinico San Martino di Genova – Solo dopo la pandemia da Covid19 abbiamo capito quanto l’umanità sia in debito nei suoi confronti, la sua azione salvò il pianeta. Il Covid ha dimostrato il debito incalcolabile che dobbiamo a persone dedite alla sanità pubblica. Urbani avrebbe gestito in modo diverso il Covid se avesse avuto modo di intervenire in quelle aree già nel 2019. Lui sulla Sars fece un lavoro straordinario. Da credente, quale sono, mi piace ricordarlo anche per la sua fede religiosa. Non solo un grande medico e scienziato, ma una persona che ha combinato fede e scienza, elementi difficilissimi da coniugare".

Le doti umane e professionali di Urbani sottolineate anche da Fulvio Borromei, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi odontoiatri della provincia di Ancona e da Alessandra Millevolte, volontaria del gruppo dorico di Msf, organizzazione di cui Urbani divenne presidente nazionale nel ’99: "Ricordarlo – il commento di Millevolte – è un richiamo a fare, a non voltarsi dall’altra parte. Vorrei evidenziare il rapporto tra Urbani e Msf, iniziato nel ’96. E tra il ’96 e il ’97, lui ha ricevuto come primo incarico quello di capo progetto in Cambogia per il controllo delle malattie endemiche parassitarie. Le sue missioni sono state il luogo per fare dei suoi sogni la sua vita e per confrontarsi con realtà spesso dimenticate".