Una vita di inferno per anni. Insulti e botte anche incinta: condannato il marito violento

Critiche quotidiane alle quali si aggiungevano anche violenze fisiche: poi il coraggio di denunciare. La 27enne l’aveva lasciato e con il figlio si era rifugiata nella casa dei genitori a Chiaravalle. .

Una vita di inferno per anni. Insulti e botte anche incinta: condannato il marito violento

Una vita di inferno per anni. Insulti e botte anche incinta: condannato il marito violento

Una volta era il naso che non gli piaceva di lei, un’altra volta erano i denti. "Guarda li hai tutti storti", le diceva per offenderla puntando il dito sul suo aspetto fisico. Critiche quotidiane alle quali si aggiungevano anche violenze fisiche che non le avrebbe risparmiato nemmeno quando era incinta del loro bambino. La nascita nel piccolo non aveva fatto cessare le aggressioni continuate pure davanti al figlioletto fino all’età di due anni. Poi sono arrivate anche le minacce di morte fino all’episodio in cui le avrebbe stretto il collo, usando un asciugamano. "Addosso a te mi prendo 30 anni di galera" gli avrebbe detto un giorno dopo l’ennesima volta che le alzava le mani per percuoterla.

L’incubo non sarebbe finito nemmeno quando lei, 27 anni, aveva deciso di lasciarlo per tornare a vivere con i genitori e portandosi via il bambino. Con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati e stalking l’uomo, un 26enne di origine napoletana residente a Falconara, ieri è stato condannato a tre anni e 8 mesi di reclusione dal collegio penale presieduto dal giudice Carlo Cimini. L’imputato era difeso dall’avvocato Alessandro Rocco. La ex compagna, una jesina, era costituita parte civile con l’associazione Donne e Giustizia, con l’avvocato Roberta Montenovo.

I maltrattamenti, stando alle accuse, sarebbero andati avanti da agosto del 2018 fino ad aprile del 2022 quando la giovane ha poi deciso di lasciare la casa di Falconara, dove viveva con il compagno, per trasferirsi a Chiaravalle dai genitori. In quel periodo lui, durante la loro convivenza, le avrebbe dato dei nomignoli sgradevoli per offenderla chiamandola "naso storto, denti storti, sedere moscio". L’avrebbe picchiata più volte e minacciata di morte. Lei alla fine ha lasciato l’abitazione e si è rivolta ai carabinieri per denunciarlo. Prese le sue cose si è trasferita a casa dei genitori, a Chiaravalle, e dopo la denuncia lui avrebbe iniziato a perseguitarla con telefonate ad ogni ora del giorno e della notte, inseguimenti, minacce perché non voleva che vedesse altri uomini e minacce anche che le avrebbe tolto il bambino. Le minacce di morte sarebbero state rivolte a lei e anche a tutta la sua famiglia.

Ad agosto del 2022 il napoletano è stato raggiunto dal divieto di avvicinamento alla ex dalla quale doveva stare almeno a 500 metri di distanza. Un provvedimento rimasto in vigore per due mesi. Poi si sarebbe dato una calmata. L’imputato ha sempre respinto le accuse parlando di convivenza di coppia difficile. Stando alla ex compagna lui non avrebbe nemmeno pagato gli alimenti del bambino dopo che lei ha lasciato la casa dove vivevano insieme. La coppia vive ora in Comuni diversi e le condotte vessatorie e violente sarebbero cessate. Uscite le motivazioni il 26enne potrà ricorrere in appello.