Via Bornaccini, la strada fantasma. Così si ricorda un grande musicista

La "Ghost street" di Ancona è stata intitolata a Giuseppe Bornaccini, musicista e direttore del Teatro delle Muse nel XIX secolo. Ora è chiusa da due cancelli, ma c'è la possibilità di omaggiarlo con qualcosa a tema musicale.

La ‘Ghost street’ di Ancona è al Piano e nessuno sembra essersene mai accorto. Una strada intitolata a un grande anconetano, Giuseppe Bornaccini (1802-1881), musicista e direttore del Teatro delle Muse nato e vissuto nel capoluogo dorico nel XIX secolo, chiusa per un tratto da due cancelli impedendo il transito dei veicoli e delle persone. La piccola strada si trova alle spalle del campo sportivo del Piano, o ciò che ne resta in attesa dei lavori del nuovo mercato, ed è collegata a via della Montagnola. Una via secondaria, in una zona che poco ha da regalare sotto il profilo culturale, eppure la toponomastica del tempo ha fatto sì che in passato al nostro illustre cittadino fosse intitolata proprio quella via. Per peggiorare le cose i vecchi amministratori della città hanno deciso di chiuderla quella strada che in passato consentiva di passare da largo Staffette Partigiane e per chi arrivava da via Ciavarini (una traversa di via Torresi) in via della Montagnola fino al semaforo all’incrocio con via Torresi e via Maiolati. Pochi giorni fa abbiamo notato un cancello giallo montato appositamente per chiudere l’accesso non a una ditta chiusa o una fabbrica fallita, ma proprio a una strada. Siamo andati all’altro capo della strada, da cui appunto si accede da largo Staffette Partigiane e pure qui è stato messo un enorme cancello che chiude il transito e obbliga alla svolta a sinistra dentro un’officina per le revisioni che non esiste più. Tra i due cancelli, che dividono un tratto di strada di circa 100 metri, il degrado più totale, la vegetazione spontanea sbucata fuori dall’asfalto e un senso di smarrimento: per quale motivo gli amministratori di quell’epoca, non sappiamo bene quale, hanno chiuso quel tratto di via Bornaccini? C’è poi l’aspetto romantico di un grande personaggio che meriterebbe ben più riguardo, magari intitolandogli qualcosa che abbia a che fare con la musica, col Teatro delle Muse di cui è stato nominato direttore nel 1830. Di lui si è occupata la scrittrice Maria Grazia Solonna con un bel libro (Giuseppe Bornaccini: un musicista anconetano dell’800) pubblicato qualche anno fa dalla casa editrice Affinità Elettive.