Vogliono entrare in un’azienda come soci: condannati per truffa

Otto mesi per quattro persone che dopo l’accordo hanno ritirato gli assegni. Intanto il titolare si è suicidato.

Vogliono entrare in un’azienda come soci: condannati per truffa

Vogliono entrare in un’azienda come soci: condannati per truffa

Avevano fatto una scrittura privata, per entrare come soci di due società intestate a una famiglia del fabrianese e che operavano nel commercio di materiale ferroso. L’accordo sarebbe stato di versare subito una parte in contanti e poi dare a garanzia 12 assegni fino ad arrivare alla cifra di 200mila euro. Dopo i primi versamenti però sarebbero iniziati i problemi che hanno portato i nuovi soci, cinque, a processo per truffa in concorso: una coppia di moglie e marito, padre e figlio e una quinta persona. Stando alle accuse il gruppetto avrebbe raggirato il titolare delle due società dove dovevano subentrare, un 85enne, e suo figlio. Gli assegni erano stati affidati a un ragioniere che avrebbe sortito la parte di un quasi notaio. L’accordo era stato concluso a febbraio del 2017. Dopo sette mesi però gli assegni sarebbero spariti. Stando alle accuse i nuovi soci avrebbero contatto il ragioniere, presentando lui una scrittura privata dove si evinceva che i titoli andavano restituiti perché tra loro e l’85enne erano sopraggiunti nuovi accordi. Il ragioniere avrebbe telefonato al figlio dell’85enne per avere conferma. Una telefonata mai confermata tanto che ora è stato indagati per falsa testimonianza. Quando l’85enne ha saputo della beffa non ha retto al dolore e si è suicidato. Già era stata avviata una denuncia per truffa dove la famiglia del deceduto si è costituita parte civile nel processo, davanti alla giudice Francesca Grassi, con l’avvocato Ruggero Benvenuto. Ieri i nuovi soci sono stati tutti condannati, a eccezione di una donna, per tuffa in concorso a 8 mesi ciascuno. Si tratta di un 68enne di Ferrara e del figlio di 34 anni di San Marcello, un 47enne di Rosora e un 50enne jesino. Dovranno versare una provvisionale di 50mila euro come risarcimento.