Volley "Torneremo in A dopo i fasti champions"

Jesi, Gabriele Pieralisi ripercorre gli anni d’oro fino allì’auto-esclusione: "E’ stato giusto farlo, adesso cresciamo e torniamo a sognare"

Volley "Torneremo in A dopo i fasti champions"

Volley "Torneremo in A dopo i fasti champions"

Due finali scudetto perse con la corazzata Perugia a inizio anni 2000, una Challenge cup messa in bacheca nel delirio del PalaTriccoli, una Champions solo accarezzata, il nome di Jesi col simbolo Monte Schiavo sulle maglie orgogliosamente portato in giro per lo Stivale per un decennio. E una scuola di pallavolo che da più di trenta anni accentra nella angusta struttura di fianco all’Hotel Federico II la migliore gioventù rosa di Jesi e della Vallesina.

Gabriele Pieralisi e la pallavolo, un amore sbocciato quando?

"Alla fine degli anni 90, Marco Oggioni il gm all’epoca, aveva lasciato per motivi di lavoro, per me e mio cugino Andrea quasi un dovere morale prenderne il posto – l’amarcord del presidente del Gruppo Sportivo che porta il nome di Giannino Pieralisi – vincemmo subito il campionato, nel giro di pochi anni ci ritrovammo in A1".

Già, i favolosi anni 2000, la famiglia Pieralisi al completo perfino suo padre Gennaro coinvolta nel progetto Monte Schiavo.

"Altri tempi come città e come famiglia ci si poteva permettere il lusso di mantenere da protagonisti una realtà locale ai vertici del volley nazionale".

Sfido io, con tre campionesse del mondo (Lo Bianco, Rinieri, Togut) nel sestetto base.

"Giocavamo alla pari con i mostri sacri del volley nazionale la Foppapedretti all’epoca faceva incetta di scudetti, la Conad Perugia delle fenomenali cubane".

Cosa è mancato secondo lei?

"Anche un po di fortuna, in Champions contro la Dinamo Mosca facemmo il miracolo, nessuno ci conosceva Chiara Negrini alle russe gli arrivava all’ombelico, senza l’infortunio a Jacqueline la finale contro Bergamo non so come sarebbe andata a finire".

Nel 2010 la scelta dolorosa di rinunciare al titolo.

"Una scelta saggia, lungimirante vista col senno di poi, la crisi del 2008 aveva cambiato le regole del gioco una moria per le società più blasonate, la situazione economica in Vallesina al tracollo, il colpo di grazia la crisi e il fallimento di Banca Mache".

Cosa è cambiato in questi 15 anni nel G.S. Pieralisi.

"La carenza di risultati della Nazionale maggiore ha influito su tutto il movimento la disparità a livello economico tra Nord e Sud si è acuita, nel Veneto, in Lombardia è ancora possibile recepire risorse per lo sport".

Dopo l’auto-retrocessione quest’anno in casa Pieralisi si è tornati ad assaporare il profumo della serie A: i primi playoff dell’era moderna. Ci riproverete l’anno prossimo?

"La squadra di quest’anno era stata costruita con l’obbiettivo playoff senza pensare al salto, la serie A resta un obbiettivo a lungo termine".

Un ringraziamento a...?

"Luciano Sabbatini, il nostro capo allenatore".

Gianni Angelucci