Covid, occhi puntati su Londra. La pandemia è alla fine?

Per l’Oms l’Inghilterra è fuori dal tunnel perché il 95% degli abitanti ha gli anticorpi. L’Italia ha già raggiunto il picco. Inizia una fase nuova

Che l’uscita dal tunnel della pandemia sia sempre più vicina in Europa lo dimostra la situazione Oltremanica. E lo attesta a suo modo l’Organizzazione mondiale della sanità, in passato mai tenera con la strategia anti-Covid di Londra. Poche restrizioni, pub e stadi affollati, mascherine indossate solo dove strettamente necessario. Una ricetta funzionale a far circolare il virus per suscitare l’immunità di gregge (si stima che, non solo per merito della profilassi, oggi il 95% dei britannici abbia sviluppato gli anticorpi).

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Senz’altro una soluzione ad alto rischio con dominante la variante Delta, la più virulenta, meno con Omicron. Assai contagiosa, certo, ma poco aggressiva e in grado di immunizzare chi ne è colpito anche dalle altre varianti. Tradotto, sembrerebbe in grado di trasformare la pandemia in endemia. "Guardando le cose dal punto di vista del Regno Unito, sembra che ci sia luce in fondo al tunnel dell’emergenza Coronavirus", ha dichiarato David Nabarro, emissario speciale dell’Oms per il dossier Covid. Il referente è stato citato dai media inglesi a proposito della prospettiva, ipotizzata negli ultimi giorni anche da esponenti della comunità accademica britannica, che il Regno Unito possa esser il primo Paese d’Europa a uscire dalla pandemia per entrare in una fase endemica più gestibile dell’infezione dopo l’apparente superamento del picco di casi alimentati dalla variante Omicron.

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Parole, quelle di Nabarro, accolte con favore da chi vuole un allentamento ulteriore delle restrizioni, come il premier britannico Boris Johnson, ma smorzate dai massimi vertici dell’Oms. "La pandemia non è assolutamente vicina alla fine e con l’incredibile crescita di Omicron a livello mondiale è probabile che emergano nuove varianti", ha ammonito Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Guardando a casa nostra, per gli epidemiologi siamo ormai al picco della quarta ondata, ma non lo abbiamo ancora scavallato. Ieri non a caso abbiamo raggiunto un duplice record, di casi e di tamponi: i nuovi contagi nelle ultime 24 ore sono stati 228.179, contro gli 83.403 di lunedì, ma soprattutto i 220.532 di martedì scorso, un piccolo rimbalzo dopo il calo dei giorni scorsi. Il tutto con 1.481.349 tamponi, mai così tanti da inizio pandemia, e con un tasso di positività stabile al 15,4%. Purtroppo ieri si è toccato, invece, il picco dei decessi di questa quarta ondata (434), mentre si segnala una leggera diminuzione delle terapie intensive (-2, 1.715 in tutto) a fronte dei ricoveri ordinari in crescita di 220 unità (totale 19.448).

Il virus non è sparito evidentemente, ha cambiato pelle. Così dopo lo Spallanzani, sulla necessità di ridurre il tempo delle quarantene è intervenuto ieri il vice presidente della Società italiana di microbiologia, Mauro Pistello: "La situazione è assolutamente diversa rispetto a quando, senza i vaccini, i positivi asintomatici andavano stanati per evitare focolai dannosi per gli anziani. Ora tanti asintomatici non vengono neanche trovati e dobbiamo guardare ai prossimi mesi, a marzo la forza di Omicron si ridurrà". Visto che "siamo tutti vaccinati o abbiamo fatto la malattia", continua Pistello, "allentiamo le quarantene per chi è positivo asintomatico e vaccinato con booster".