Sanitari ’no-vax’: le sospensioni diventano 11

Altra ondata di raccomandate spedite dall’Asl via pec. L’Ordine provinciale degli infermieri si riunisce giovedì per prendere le decisioni

Migration

Salgono a 11 le sospensioni dall’esercizio dell’attività sanitaria disposte dall’Asl Toscana Sud Est nei confronti di infermieri, medici, operatorio socio-sanitari e farmacisti che, a Grosseto e provincia, non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale disposto per legge.

Per la verità quella dei farmacisti sembra essere l’unica categoria sanitaria al momento non toccata dai provvedimenti sospensivi dell’azienda sanitaria. La presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Grosseto, Elisa Petrucci, infatti, ha affermato che "a oggi (ieri, ndr) non è stata inoltrata al nostro Ordine alcuna pec relativa alle disposizioni del Decreto legge 442021".

Restano ferme a 5 le notifiche inviate, invece, all’Ordine provinciale delle professioni infermieristiche (in sigla, Opi) il cui Consiglio è stato chiamato a riunirsi dopodomani pomeriggio proprio per emettere, in maniera operativa, i provvedimenti di sospesione dall’attività professionale.

La procedura conseguente al rifiuto del vaccino da parte degli operatori sanitari prevede che Asl Toscana Sud Est una volta individuati i professionisti che non si sono sottoposti a vaccino li chiami singolarmente (sempre attraverso una lettera raccomandata per posta elettronica certificata) chiedendo loro le ragioni dell’omissione. È possibile, difatti, che il professionista non vaccinato non abbia potuto ottenere il siero perché si trova in una delle condizioni di salute previste dalla legge che lo esentano dalla immunizzazione. Oppure – come molti casi testimoniano – è possibile che avendo già contratto la malattia abbia ancora una risposta immunitaria così forte che il medico ne sconsiglia la vaccinazione.

Una volta che Asl ha appurato l’insussistenza di una di queste possibili giustificazioni, invia al soggetto una seconda pec mediante cui gli intima di adempiere all’obbligo vaccinale disposto dalla legge. Qualora il professionista dopo questa seconda lettera dovesse risultare ancora inadempiente, Il Dipartimento di prevenzione dell’Asl comunica l’atto di sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o che che comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da SarsCov2.

Questa comunicazione viene inviata al lavoratore, al datore di lavoro e al Consiglio dell’ordine professionale di appartenenza se previsto.

Va detto che la sospensione ha efficacia temporale fino al momento in cui il sanitario in questione non decida di adempiere all’obbligo vaccinale, oppure fino al perdurare dello stato di emergenza deliberato dal Governo che, come noto, è stato esteso fino al 31 dicembre 2021, ma che con ogni probabilità potrebbe essere prorogato almeno fino a marzo 2022.

Anche per questa ragione alcuni operatori sanitari cosiddetti ’no-vax’ alla lettura delle pec di sospensione ci hanno ripensato e seppur ob collo torto si sono sottoposti a immunizzazione.

L’altro ieri, però, al centro vaccinale allestito alla Spergolaia si sono registrati alcuni momenti di tensione poi stemperati con l’arrivo delle forze dell’ordine. Alcuni medici che dovenano sottoporsi al vaccino hanno avuto qualcosa da ridire relativamente al modulo del consenso informato. Alla fine tutto si è risolto con la diplomazia.

Andrea Fabbri