Ascoli, 2 novembre 2012 - MAURO GIONNI è categorico e non ha dubbi. Per lui non ci sono piste alternative sul delitto di Melania. Lo abbiamo intervistato dopo che i legali di Parolisi hanno invece illustrato altri possibili scenari per l’omicidio e per il colpevole.

Avvocato risulta anche a lei questa pista del collaboratore di giustizia?
«Non c’è stato un solo collaboratore di giustizia: ce ne sono stati diversi che, nel corso delle indagini, hanno dato dato le indicazioni più disparate. Ma dicono solo su quali aree indagare non entrano mai nel dettaglio. E comunque anche tutti loro sono stati sentiti dai pm. Eppoi se il processo è stato celebrato con un rito abbreviato e condizionato perchè non chiedere si sentirlo prima questo teste importante? Perchè, se questo era un elemento utilissimo, dirlo solo dopo la sentenza di condanna?».

Lei esclude totalmente la possibilità di piste alternative?
«Io ho ricevuto oggi la mia ultima lettera che annuncia novità. Qualcuno in questa missiva mi dice che è stato contattato telepaticamente da Melania. E che lei gli ha detto che è stata presa da dietro, con la presa del soldato e che i vestiti e l’arma del delitto sono nascosti sotto al quercia nel bosco dove lei giaceva. I pm ne hanno ricevute tantissime, come me».

Sensitivi a parte si è anche parlato di malavita, di possibili contatti con la camorra. Esclude anche questo?
«Sono stati compiuti accertamenti patrimoniali accuratissimi sulla situazione di Parolisi e non si sono trovati altri guadagno all’eccetto dello stipendio e degli introiti delle missioni all’estero».

Solo questo?
«E’ venuto fuori che Salvatore con un collega stampava le magliette con la scritta dell’anno e il numero di corso che poi venivano vendute alle soldatesse che finivano l’addestramento. Ma si tratta di una cosa minima (non ufficiale) che fruttava a loro all’incirca 300-400 euro a testa per ogni corso. E comunque la Procura ha davvero ha fatto ogni possibile riscontro».

Ad esempio?
«Su Facebook è stata trovata la foto di Salvatore con una soldatessa che fa la mossa della sentinella. E anche questa ragazza è stata risentiota e la sua posizione controllata. Oppure le vedette che fino all’11 maggio dicono che non hanno visto l’auto di Parolisi passare. Poi, solo dopo l’interrogatorio a Castello di Cisterna, si scopre che le vedette non hanno visto nessuna auto passare: nè quella di Salvatore nè le altre».

Si sollevano obiezioni sul fatto che certe dichiarazioni di Salvatore non potrebbero essere utilizzate.
«Siccome c’è una denuncia di scomparsa la Cassazione dice chesono utilizzabili. Ma anche se volessimo toglierle abbiamo tutte le dichiarazioni che proprio lo stesso Salvatore ha fatto in tv».

E la pista del magistrato Ferraro?
«Ha avuto dei problemi. Ma anche qui se fosse stato così rilevante potevano sentirlo. In aula sono tornati Neroni, Macciò e avere un altro teste non cambiava nulla».

Adesso si aspettano le motivazioni del giudice Tommolini per la condanna all’ergastolo.
«Sarà importante capire la parte relativa alla crudeltà di questo delitto. E’ questa un’aggravante importante per poi condannare Parolisi all’ergastolo. Può esserci crudeltà perchè Melania è stata uccisa con la figlia in auto, perchè non è morta subito ma tra tormenti o perchè è stata lasciata agonizzare nuda. C’è crudeltà quando si dimostra l’assenza completa di ogni sentimento di compassione o di pietà degne di un uomo civile»..

Natalia Encolpio

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