A casa di Wick "Ora pensiamo a riprenderci"

Sospiro di sollievo in riviera per la scarcerazione dell’infermiere. La famiglia riunita a tavola per pranzo lo sostiene: "È stato terribile"

A casa di Wick "Ora pensiamo a riprenderci"

A casa di Wick "Ora pensiamo a riprenderci"

L’assoluzione e l’immediata scarcerazione di Leopoldo Wick, l’infermiere sessantenne accusato di una serie di omicidi e tentati omicidi a danno degli anziani ospiti della RSA di Offida, ha fatto tirare un profondo respiro di sollievo alla città di Grottammare e all’intera Rivera delle Palme. Un regalo di Natale per tutti e non solo per Wick, che dopo due anni, con sulle spalle la condanna all’ergastolo, è tornato nella sua abitazione, al piano terra di una palazzina a due passi dal mare, sul lungomare sud di Grottammare. Dall’inferno del carcere al paradiso della sua abitazione. E’ in pessime condizioni di salute Wick, ma assistito amorevolmente dalla moglie, che non l’ha mai abbandonato, e del figlio ancora minorenne. Lo guarda la moglie, le fa una carezza sul viso: "Ora pensiamo a riprenderci. Leopoldo non rilascia interviste, se voleva parlare lo avrebbe fatto con i giudici".

È quasi mezzogiorno, la tavola è apparecchiata, quasi tutto pronto per il pranzo, ma veniamo ricevuti cordialmente lo stesso a patto che non si facciano domande. Leopoldo Wick è immobile accanto al tavolo, indossa una vestaglia da camera di ciniglia sul bordeaux, ha le mani in tasca, il capo chino, curvo su se stesso, così come lo abbiamo visto poche ore prima in tv al momento della sua scarcerazione nel Tribunale di Ancona. Tira fuori la mano destra solo per salutarci e ringraziarci per la visita. "Ora dobbiamo pensare a riprenderci – aggiunge la moglie, che lo guarda con dolcezza e lo accarezza ancora una volta, emozionata –. E’ stata una terribile esperienza e speriamo che finisca qui". È il momento dei saluti. Wick quasi a fatica alza lo sguardo e ci stringe di nuovo la mano. E’ un uomo piegato, distrutto fisicamente e psicologicamente. "Speriamo che il ritorno a casa lo aiuti a ristabilirsi – afferma l’avvocato Francesco Voltattorni, che insieme al collega Tommaso Pietropaolo è stato l’artefice di questa sentenza. Siamo estremamente felici per l’assoluzione di Leopoldo Wick perché convinti fin dall’inizio della sua assoluta innocenza e questo siamo riusciti a dimostrare. Una sentenza coraggiosa quella della Corte d’Assise e d’Appello di Ancona, poiché ribaltare una condanna all’ergastolo non è cosa che capita di frequente. Quando è stata pronunciata la sentenza Leopoldo ha pianto e ci ha abbracciati, quasi non credeva che potesse tornare a casa, poi non ha pronunciato più una parola". Ora Leopoldo è alla ricerca di un po’ di serenità che farà fatica ad arrivare in tempi brevi. Non rilascia dichiarazioni. Neanche la moglie dice nulla e tanto meno il figlio, ma il loro cuore parla.

Marcello Iezzi