Abusi sulla nipotina di sei anni che gli era stata affidata: lo zio resta in silenzio

Non ha voluto rispondere alle domande del giudice. L’interrogatorio in carcere,. dove il 55enne è rinchiuso

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E’ rimasto in silenzio di fronte al giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti il 55enne extracomunitario accusato di aver sottoposto a violenza sessuale la nipotina di 6 anni, ieri mattina sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Assistito dall’avvocato Simone Matraxia, l’uomo ha preferito avvalersi, come suo diritto, della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato che ne ha disposto l’arresto per l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una bambina di età inferiore di 10 anni, con l’aggravante del vincolo di parentela. Un’accusa per la quale rischia oltre 15 anni di carcere.

Ed è proprio in carcere, a Marino, che ha avuto luogo l’interrogatorio di garanzia. Non ha avanzato richieste di attenuazione della misura cautelare il suo legale, per cui il 55enne resta detenuto. La scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere è stata motivata con la necessità di prendere visione compiutamente delle carte al fascicolo. "Massimo rispetto per il giudice, ma crediamo sia opportuno in questa fase capire bene quali contestazioni vengono mosse al mio assistito in una vicenda che ha aspetti da chiarire e lo faremo al momento opportuno. Teniamo conto per altro che sono trascorsi quattro anni dai fatti" ha commentato l’avvocato Matraxia uscendo dal carcere.

Il fascicolo di cui è titolare il sostituto procuratore Saramaria Cuccodrillo pone responsabilità gravissime in capo all’extracomunitario che vive e lavora da tempo in Italia, nel Piceno, è sposato e ha due figli.

L’arresto è avvenuto a cinque anni dai fatti; il giudice Giusti lo ha motivato con il pericolo di reiterazione del reato e di fuga dall’Italia. Anche la nipote, oggi 11enne, risiede con la sua famiglia nel Piceno. Una bambina che all’epoca dei fatti, fra il 2017 e il 2018, aveva fra i 6 e i 7 anni di età.

E’ stato il racconto della piccola ai genitori a far venire a galla la storia; gli incontri avvenivano quando i suoi genitori l’affidavano allo zio, all’epoca 50enne. Rimanevano insieme diverse ore al giorno, a causa degli impegni di lavoro del papà e della mamma. È in quei momenti che lo zio avrebbe abusato della piccola, proprio quando la bambina era sotto lasua responsabilità.

La consulenza psicologica ha stabilito che il racconto della piccola non è frutto della fantasia, ma assolutamente credibile. A ciò si sono poi aggiunte le attività tecniche ed investigative dei carabinieri del Nucleo investigativo di Ascoli e della polizia giudiziaria della Procura.

p. erc.