"Ambiente marino da rigenerare"

Il progetto del comune di Grottammare per proteggere l’habitat: l’idea da Modena, ecco cosa succederà

"Ambiente marino da rigenerare"

"Ambiente marino da rigenerare"

L’amministrazione comunale di Grottammare ha deciso di aderire a una proposta per la realizzazione di un progetto di protezione e rinaturalizzazione dell’habitat marino mediante l’immersione di strutture artificiali. Proposta inviata dallo studio di Guido Beltrani, dottore agronomo e forestale della provincia di Modena. La finalità è creare aree sottomarine opportunamente attrezzate per stimolare e rigenerare gli ambienti marini compromessi con la creazione di catene trofiche stabili, che siano in grado di favorire il ripristino della biodiversità. Si tratta di un progetto, poco impegnativo economicamente parlando, ma che, in vista di probabili finanziamenti del Cnr, potrebbe far trovare la città di Grottammare pronta per la sperimentazione. Il Comune, prima di aderire, ha anche sentito il parere dei promotori del Parco Marino del Piceno, che si sono confrontati con esperti biologi e con tecnici universitari. Sulle strutture proposte, in effetti, vi erano dubbi sul loro funzionamento e soprattutto il rischio che nella sorta di alveare dove dovrebbe avvenire la riproduzione dei pesci, potrebbe insinuarsi una specie non autoctona e seminare danni a quelli che abitualmente vivono sotto costa. Un problema che secondo lo studio modenese, attraverso ulteriori studi, negli ultimi anni sarebbe stato superato. Insomma qualcosa si muove in una direzione diversa da quella che la Regione Marche ha portato e continua a portare avanti, ritenendo che l’unica soluzione sia trasportare le montagne di travertino in mezzo al mare, spesso con risultati discutibili.

Vale la pena ricordare una nostra intervista, di qualche mese fa, al professor Paolo Stocchi, membro dell’Istituto per i cambiamenti climatici di Urbino, docente all’università di Utrecht e Senior Scientist al Nioz Istituto Oceanografico Olandese. Stocchi afferma che gli studi in corso sul trasporto dei sedimenti e gli effetti della vegetazione costiera che trattiene il sedimento, dicono che non ha senso spendere tanto, poiché il livello marino salirà rapidamente. Le scogliere possono frenare le onde ma non il livello del mare. In Olanda non si usano materiali rigidi, ma ripascimenti con la sabbia presa a largo. Sulla costa adriatica, purtroppo, non funzionerebbe più per via delle scogliere già costruite. Prima di realizzare queste strutture fatte di massi per bloccare le onde – spiegò Pistocchi – andrebbero eseguite simulazioni numeriche dei processi idrodinamici nelle quali vengono inserite le strutture che si vogliono costruire, simulando anche eventi di mareggiate estreme.

Marcello Iezzi