"Appalti per l’emergenza col trucco". Sindaco e imprenditore nei guai

Valle Castellana, l’inchiesta della Procura. Ferri accusato anche di estorsione

"Appalti per l’emergenza col trucco". Sindaco e imprenditore nei guai

"Appalti per l’emergenza col trucco". Sindaco e imprenditore nei guai

E’ entrato nel vivo il processo che vede imputati l’ex sindaco di Valle Castellana Vincenzo Esposito e un piccolo imprenditore ascolano, Rosildo Ferri. Difesi in sede legale rispettivamente dagli avvocati Mauro Gionni, Umberto Gramenzi (foto) e Silvia Morganti, devono rispondere di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente; il solo Ferri deve rispondere anche di un caso di tentata estorsione e un altro di estorsione. L’inchiesta della Procura di Ascoli ha coinvolto inizialmente anche altre tre persone, l’ex vicesindaco, un ex assessore, un ex consigliere del Comune di Valle Castellana, le cui posizioni sono state però archiviate. Il sostituto procuratore Cinzia Piccioni ha indagato per fatti che sarebbero avvenuti fra il 2015 e il 2017 e che riguardavano gli appalti per l’emergenza neve. Il grosso dell’inchiesta riguarda l’appalto per la gestione dell’emergenza neve. Secondo la Procura, l’ex sindaco Esposito e Ferri avrebbero turbato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando di gara per l’assegnazione del servizio di sgombero neve nella stagione invernale 2016-2017 del comprensorio stradale rotabile del comune di Valle Castellana. L’ex sindaco di Valle Castellana, Vincenzo Esposito, era anche responsabile dell’area tecnico-manutentiva e presidente di gara, mentre Ferri aveva a che fare con la ditta formalmente intestata alla moglie.

Secondo la Procura si sarebbero riuniti in numerose circostanze nell’ufficio del sindaco per stilare le condizioni del capitolato di gara, per discutere dei prezzi, stabilire le aree di pertinenza, la tipologia dei mezzi da usare e le persone da escludere, circostanza per altro che sarebbe emersa attraverso conversazioni ambientali e telefoniche. Ferri, all’epoca sottoposto a misura di prevenzione (aggravante contestata), è anche accusato di aver minacciato l’ex vice sindaco insistendo affinché non partecipassero altre ditte alla gara. L’accusa di tentata estorsione per Ferri riguarda l’aver minacciato a ottobre 2015 un altro soggetto, intimandogli di partecipare all’asta solo per una zona ben precisa e non per quelle che interessavano a lui.

"Ricordati che io ho l’accendino" è una delle frasi incriminate; l’ipotesi di reato di estorsione si riferisce invece a gravi minacce che a dicembre 2015 avrebbero raggiunto i titolari di un’altra ditta allo scopo di "convincerli" a non partecipare all’asta. In questo modo Ferri si sarebbe assicurato un profitto di 10.000 euro. Sono stati sentiti i titolari delle ditte in questione. Hanno detto che le motivazioni per cui non avevano partecipato non riguardano le minacce.